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Coronavirus: la diffida dell’Aadi all’Asur Marche Area Vasta 5.

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La tesi AADI sul pagamento della tassa all’ordine (OPI) a carico dell'azienda era giusta
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Di seguito la nota inviata dal presidente Di Fresco alla direzione generale dell’Azienda. Oggetto: la mancanza di presidi medico-chirurgici protettivi e di protocolli / linee guida per l’approccio ai pazienti affetti da COVID-19.

La scrivente Associazione tutela il diritto del lavoro e della salute degli Infermieri sul territorio italiano. Pervengono alla scrivente segnalazioni su stati di abbandono e disinteresse della salute degli infermieri in palese violazione del disposto di cui all’art. 2087 C.C. In particolare, stanotte, nel blocco operatorio è stato intubato un paziente sospetto COVID-19 e la dirigente infermieristica, dott.ssa La Rocca, alla richiesta degli operatori di ottenere adeguati presidi, ha consegnato solo 4 kit, nonostante in servizio ci fossero 15 unità sanitarie e senza contare che ogni kit dura solo 4 ore. Successivamente, dal D.E.A., sono stati consegnati al blocco operatorio altri 10 kit, comunque insufficienti.

Questa infezione pare che venga troppo spesso sfruttata per giustificare abusi che però tuttora, la normativa sanziona e che non possono, quindi, essere tollerate altrimenti. Approfittando della dedizione degli infermieri e della situazione emergenziale, si dimenticano i principi costituzionali che tutelano la salute dei lavoratori, ponendoli a serio rischio infettivo. Le norme succitate non sono state sospese da nessun atto governativo e perciò continuano ad essere imposti quali limiti del potere datoriale.

Con la giustificazione del coronavirus si sta assistendo alla violazione sistematica e reiterata di diritti di natura costituzionale che interessano la dignità della persona e dei lavoratori. Nonostante ciò, questi professionisti continuano a prestare assistenza ai cittadini, a dimostrazione della loro professionalità ed abnegazione; ciò però non permette di gettarli, senza alcuna protezione, nel caos più totale. Comunque, non appare a questa Associazione che delle mascherine possano essere considerate presidi impegnativi ed esosi che non possono essere affrontati dalle amministrazioni pubbliche per tutelare la salute di chi sta offrendo la propria vita e le proprie capacità per il bene collettivo.

Per tali motivi si invita chi di dovere a fornire, tempestivamente, tali mezzi di protezione, altrimenti si procederà nelle sedi opportune per far valere quanto di ragione. Si informa, peraltro, che la giurisprudenza in materia, giustifica il rifiuto di prestazione l’obbligazione 10.03.2020 Prot. US105.20 Segreteria Nazionale C.F. 97761890587 Via Gesualdo Bufalino n. 12, scala C, int. 3 – 00139 Roma tel. 06.8818274 – 3288387220 www.aadi.it – [email protected][email protected] 2 contrattuale sanitaria se si pone a rischio, concretamente ed imminentemente, la salute del prestatore di lavoro anche per il semplice pregiudizio. Confidando in un riscontro, si inviano cordiali saluti.

Il presidente – dott. Mauro Di Fresco

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