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Coronavirus, la Cina lancia il primo vaccino: la somministrazione sui militari

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Coronavirus, la Cina lancia il primo vaccino: la somministrazione sui militari
Chinese People's Liberation Army (PLA) soldiers wearing face masks to protect against the spread of the new coronavirus march past a banner depicting Chinese President Xi Jinping at their living squatter inside the Tiananmen Gate in Beijing during a plenary session of China's National People's Congress (NPC) at the Great Hall of the People in Beijing, Monday, May 25, 2020. (AP Photo/Andy Wong)
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Lo produce l’azienda biotech CanSino e si basa sul metodo del vettore virale.

Mentre nei Paesi occidentali si discute su come distribuire in maniera equa un antidoto, Pechino compie un passo avanti. Sarà l’esercito cinese, infatti, a ottenere per primo un vaccino contro il coronavirus, somministrato a partire dal 25 giugno.

L’azienda biotech CanSino ha ricevuto il via libera dalla Commissione militare centrale per la prima somministrazione su larga scala. Durerà un anno e per il momento sarà riservata ai soldati, anche se il loro numero non è stato rivelato per “ragioni di privacy commerciale”. Il prodotto ha concluso in fretta le fasi uno e due della sperimentazione e i risultati, pubblicati su The Lancet, parlano di un prodotto sicuro e capace di attivare il sistema immunitario, almeno in modo parziale.

Otto dei 15 candidati vaccini in sperimentazione al mondo sono cinesi. La CanSino ha da subito collaborato con l’Accademia militare delle scienze, avviando una sperimentazione sull’uomo anche in Canada. Prima ancora che i test sugli animali rassicurassero sulla mancanza di effetti collaterali la generalessa Chen Wei, che è anche epidemiologa, se lo è iniettata da sola.

Ma come funzione il vaccino in questione? In pratica usa il metodo del vettore virale. Contiene, cioè, un virus benigno (un adenovirus, come quello del raffreddore), capace di diffondersi nell’organismo senza farlo ammalare. Nel genoma di questo virus vettore i ricercatori hanno aggiunto un frammento di Dna artificiale, contenente le “istruzioni” che permetteranno alle nostre cellule di fabbricare la cosiddetta proteina spike. Quest’ultima è la punta della corona del coronavirus, ossia quella parte che viene riconosciuta dal sistema immunitario ed è in grado di suscitare una reazione delle nostre difese.

In tempi normali, dopo le fasi sperimentali uno e due, dovrebbe seguire la fase tre: un’ulteriore prova condotta su migliaia di persone, che permette di affinare i dosaggi, valutare meglio gli effetti ed essere ancora più certi dell’assenza di effetti collaterali. Molte aziende, di fronte alla pandemia, stanno saltando la fase tre, o la accorpano alla due.

La decisione di usare il vaccino di CanSino su migliaia di persone generalmente sane, come appunto i militari, può essere considerata, sul piano medico, un’alternativa alla fase tre. Sul piano geopolitico, invece, il messaggio è ribaltato: i cinesi sono i primi nella gara, e la loro priorità non sono le fasce deboli della popolazione, bensì le più forti.

Redazione Nurse Times

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