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Coronavirus, in Italia si teme il peggio: le Regioni si attrezzano

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Coronavirus, in Italia si teme il peggio: le Regioni si attrezzano
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Da Nord a Sud riaprono i reparti Covid. Pronti 11mila posti letto in terapia intensiva.

Riapertura dei reparti Covid, chiusi durante l’estate, e aumento dei posti letto in terapia intensiva. Queste le priorità individuate dalle Regioni per far fronte alla nuova, progressiva diffusione del coronavirus in Italia. Per la prima volta da fine maggio, infatti, i soggetti positivi sono tornati sopra quota 50mila e la situazione potrebbe ulteriormente complicarsi nei prossimi mesi.

Insomma, si teme una seconda ondata di contagi e il Paese si sta attrezzando per contrastarla. Riaprono allora i reparti specializzati e i Covid hospital, allestiti a marzo e poi chiusi o riconvertiti per ospitare pazienti affetti da altre patologie. Da Nord a Sud, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, le strutture offriranno ben 11mila posti letto in terapia intensiva: il 115% in più rispetto a quelli disponibili prima del lockdown. Gi interventi variano da regione a regione. Vediamo come.

Lombardia, Veneto e Piemonte – In Lombardia, la regione più colpita dall’emergenza, sono 17 gli ospedali pronti ad aprire le porte delle terapie intensive ai casi gravi di coronavirus: 7 sono già attivi (2 in più dell’estate), altri 2 sono stati allertati. Il piano predisposto dal Pirellone prevede fino a 1.400 posti letto con ossigeno. In Piemonte vedrà la luce a novembre una nuova struttura con 80 posti, mentre entro ottobre le aziende ospedaliere comunicheranno alla Regione l’elenco dei reparti Covid operativi. In Veneto sono 9 i Covid hospital già pronti e 840 i posti in terapia intensiva che saranno disponibili entro il 30 ottobre.

Liguria, Toscana e Lazio – Mentre in Liguria, dove è in vigore uno stato d’allerta a 4 colori a seconda della gravità, alcuni ospedali sono già in zona rossa, in Toscana sono 5 i Covid hospital creati per fronteggiare la pandemia. Nel Lazio, dove la Regione parla di “fase 6”, il protocollo di emergenza prevede l’attivazione di 261 posti di terapia intensiva e semi-intensiva: con il riassetto sanitario salgono a 1.127 i posti letto totali. Pronti anche gli alberghi da utilizzare come hospice in caso di necessità.

Puglia, Campania e Calabria – Relativa calma al Sud. In Puglia “non è ancora necessario fare convenzioni con strutture private”, sostiene il neoassessore regionale Pierluigi Lopalco. In Calabria la Regione assicura che in 24 ore la capienza degli ospedali può raddoppiare. Preoccupa, invece, la Campania, dove l’aumento di casi nelle ultime settimane è stato evidente. Qui i 5 Covid hospital sono già operativi e si stanno predisponendo anche Covid resort per ospitare i positivi che non hanno spazi per garantire l’isolamento domiciliare.

Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, commenta così l’attuale situazione: “Non c’è una seconda ondata di coronavirus perché l’azzeramento dei casi non è mai avvenuto. In realtà non è mai finita la prima ondata. Quello che abbiamo fatto è appiattire la curva epidemica, che però non è mai stata azzerata. Quando ci sono state condizioni favorevoli, ovvero i comportamenti estivi, uniti ai primi freddi, la curva ha ripreso vigore”.

Redazione Nurse Times

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