L’iniziativa ha già preso il via a Firenze centro. In altre zone-distretto si pensa di partire da metà dicembre.
L’Usl Toscana Centro, comprendente le ex Asl di Pistoia, Prato, Firenze ed Empoli, ha stabilito che i fisioterapisti, per far fronte all’emergenza coronavirus, andranno a casa delle persone positive o di quelle in quarantena per interventi riabilitativi. Lo faranno nelle Uscar, le Unità speciali di continuità assistenziale riabilitativa, che saranno attivate dall’Acot, l’Agenzia di continuità ospedale territorio. Ogni Unità sarà composta da due persone: una entrerà nella casa del paziente, l’altra resterà fuori per aiutare il collega nella vestizione/svestizione.
Si tratta del primo progetto di questo tipo in Italia. Una piccola rivoluzione, se si pensa che sinora solo medici e infermieri sono andati a casa dei pazienti Covid positivi. In pratica, gli operatori segnaleranno ai team fisioterapici i casi in dimissione che necessitano di percorso riabilitativo. Questo sarà attivato a seguito della valutazione fisioterapica e condiviso anche con il medico di famiglia. L’iniziativa ha già preso il via a Firenze centro, e in altre zone-distretto si pensa di partire da metà dicembre.
Le Uscar in realtà nascono all’interno di una operazione nata prima dell’emergenza Covid, quella del fisioterapista di comunità, che ha il compito di supportare la medicina generale. Si tratta di un servizio rivolto, in questa fase pandemica, a pazienti adulti e anziani in condizioni di fragilità e cronicità, nei quali si evidenzi una riduzione significativa delle autonomie funzionali, un aumento del carico assistenziale o la necessità di addestramento per il caregiver, ma anche a pazienti per i quali si evidenzi un rischio di cadute e alle situazioni in cui sia necessaria una valutazione funzionale per ausili/ortesi per la mobilità, i trasferimenti, l’igiene o una valutazione dell’ambiente domestico.
Ma come funziona la fisioterapia di comunità? Per cominciare, il medico di medicina generale compila una scheda di segnalazione del paziente. Quindi interviene il fisioterapista di comunità, che attraverso un massimo di tre accessi (in ambulatorio o a domicilio) formula la sua analisi: chiarisce se il paziente ha bisogno di visita specialistica, oppure se c’è da cambiare la carrozzina o se c’è necessità di attività motoria o ginnastica di gruppo. Infine il fisioterapista invia una scheda di restituzione al medico di medicina generale. Non si paga alcun ticket.
Redazione Nurse Times
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