Il “certificato verde” è già attivo e consente di spostarsi da una zona gialla a una rossa. Si discute anche di un passaporto vaccinale a livello europeo.
Il “certificato verde” consentirà di circolare e di spostarsi anche da una zona gialla a una rossa. Di fatto è già attivo, ma potrà ottenerlo soltanto chi sia stato vaccinato (con entrambe le dosi) o sia guarito dal coronavirus. Chi non rientri in queste due categorie, invece, per muoversi deve eseguire un tampone molecolare o rapido, ovviamente con esito negativo, nelle 48 ore precedenti allo spostamento. Gli unici esonerati sono i bambini molto piccoli, che fino a due anni non ne hanno bisogno.
Il Green Pass durerà sei mesi, durante i quali sarà possibile circolare liberamente, ovviamente esibendolo qualora venga richiesto. Non si sa ancora come funzionerà la proroga: i tecnici stanno ancora lavorando. Un’ipotesi è di sottoporre i cittadini con pass scaduto a un esame sierologico, cioè un controllo degli anticorpi, come ha proposto il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. Per chi può esibire solo un tampone il pass stesso avrà un valore di 48 ore. Per questo l’Europa invita gli stati membri a rendere gratuiti il test, in modo da evitare discriminazioni.
Il pass vaccinale sarà rilasciato su richiesta dell’interessato dalla struttura sanitaria che effettua la vaccinazione. La stessa struttura inserirà la certificazione nel fascicolo sanitario elettronico. Per chi abbia invece contratto il Covid-19 in passato il certificato va richiesto alla struttura ospedaliera nella quale è avvenuto il ricovero o al medico di base, se le cure sono state domiciliari. Il Green Pass, dopo il tampone, va richiesto direttamente alla struttura dove lo si effettua, anche una farmacia.
Il pass sarà in formato digitale o cartaceo e disponibile in via gratuita. Non si dovrà pagare niente per averlo. Il certificato avrà un codice QR e una firma digitale. E anche negli ospedali si ipotizzano percorsi dedicati ai pazienti in possesso di Green Pass, ma anche aree gialle e rosse. Un sistema a semaforo per ripartire in sicurezza per le cure non Covid e, come per le riaperture o le chiusure delle regioni, arriva la proposta di un sistema “a semaforo” per chi è negativo, per i casi sospetti e per coloro che sono positivi. A lanciare l’idea è stata la Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi), che ha stilato un vademecum con le dieci raccomandazioni necessarie per la ripresa in sicurezza dell’assistenza ospedaliera in modo da evitare il propagarsi di focolai all’interno delle strutture.
Nel caso in cui il certificato venga falsificato o ne venga comunque manomessa la veridicità, le pene possono arrivare fino a sei anni. Si incorrerebbe in un falso, con relative aggravati se fosse commesso da un pubblico ufficiale, con le pene aumentate di un terzo.
In concomitanza con il certificato verde per spostarsi nelle regioni italiane, si discute di un passaporto vaccinale a livello europeo. Questo potrà essere rilasciato non solo dopo la vaccinazione, ma anche dopo la guarigione dal Covid-19 o la negatività a un tampone. I viaggi saranno possibili solo con i vaccini approvati dall’Ema. E anche in Europa, come in Italia, si pone il problema della privacy. I governi, sostengono gli eurodeputati nel testo che sarà messo ai voti della plenaria prima di avviare i negoziati con gli Stati membri, dovranno dotarsi di regole che garantiscano la protezione dei dati raccolti nel processo di generazione dei certificati.
Redazione Nurse Times
Fonte: Il Messaggero
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