Le ha avviate la Commissione europea per via dei voucher al posto del rimborso. Il Governo ha due mesi per rispondere.
La Commissione europea ha avviato due procedure di infrazione contro il nostro Paese per aver violato la normativa comunitaria in materia di viaggi in aereo, traghetto e pullman. L’oggetto del contenzioso è noto da tempo: alle compagnie di trasporti che cancellano un viaggio per motivi legati al Covid-19 l’Italia consente di emettere un voucher di importo pari a quello del biglietto fino al 30 settembre, senza dare al viaggiatore la possibilità di scegliere tra questo e il rimborso entro una settimana, come invece prevede il Regolamento 261 del 2004.
La procedura, avviata anche nei confronti della Grecia, può portare a pesanti sanzioni, ma al momento è nella fase iniziale. I due Paesi hanno a disposizione due mesi di tempo per replicare all’esecutivo Ue. In realtà il dialogo tra le due parti è avviato da tempo, ma si è rivelato sin qui improduttivo. Già nei giorni scorsi i ministri Paola De Micheli (Trasporti) e Dario Franceschini (Cultura e turismo) avevano provato ad ammorbidire la Commissione, proponendo di reintrodurre la scelta tra voucher e rimborso a partire dal prossimo 31 luglio. La trattativa, però, non è neanche partita: troppo poco, considerato che la Legge 27 del 2020, quella che ha trasformato in legge il Decreto Cura Italia e introdotto il regalo alle compagnie aeree, viola apertamente un regolamento comunitario mai messo in discussione fino a febbraio.
Nessuno spazio per le trattative, dunque, come chiarisce lo specifico comunicato della Commissione laddove dice che “durante la crisi”, l’esecutivo europeo ha “costantemente chiarito che i diritti dei consumatori restano validi anche in questo contesto senza precedenti, e che le misure adottate dalle nazioni a supporto dell’industria” non devono incidere su questi.
La seconda procedura di infrazione riguarda la stessa fattispecie (voucher imposto per legge), ma applicata ai viaggi a pacchetto, ossia quelli “tutto compreso”. In questo caso i buoni sono emessi dai tour operator, ma la sostanza non cambia perché l’Europa dà sempre ai viaggiatori il diritto di scegliere. Questo secondo procedimento riguarda dieci Stati membri: Italia, Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Francia, Croazia, Lituania, Polonia, Portogallo, Slovacchia.
Redazione Nurse Times
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