Lo dimostra uno studio condotto dall’Ospedale Cotugno di Napoli in collaborazione con l’Università Federico II e l’Albert Einstein College of Medicine di New York.
Uno studio in vitro ha dimostrato la suscettibilità del coronavirus alla risposta immunitaria delle cellule T, la cui attività proliferativa è significativamente ridotta nei pazienti con Covid-19 e può essere ripristinata attraverso l’integrazione di L-Arginina. Lo afferma anche un prestigioso studio clinico italo-americano, condotto dall’Ospedale Cotugno di Napoli in collaborazione con l’Università Federico II e l’Albert Einstein College of Medicine di New York, e pubblicato sulla testata di libero accesso di The Lancet.
Lo studio, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, che nella sua analisi ad interim ha determinato l’arruolamento di 100 pazienti, ha evidenziato come già dieci giorni dopo l’inizio della somministrazione, il trattamento con due flaconcini al giorno di Bioarginina (ciascuno contenente 1.66 grammi di L-arginina libera da sali) determini una riduzione del supporto respiratorio in oltre il 70%dei pazienti trattati, con un deciso miglioramento della funzionalitàrespiratoria. Questo ha comportato anche una riduzione nei tempi di degenza: 25 giorni, rispetto alla media di 46 dei pazienti in trattamento con il placebo.
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“La ridotta permanenza in ospedale significa anche una minore esposizione a ulteriori infezioni, poiché la L-Arginina agisce sia sulla risposta immunitaria che infiammatoria – spiega il professor Giuseppe Fiorentino, pneumologo del Cotugno –. Inoltre i benefici nel miglioramento della funzione endoteliale hanno prodotto risvolti positivi nel lungo periodo, nei soggetti affetti da long Covid. Abbiamo notato che, tra i pazienti che avevano assunto L-Arginina, anche l’astenia si era marcatamente ridotta”.
La dimostrazione, sia pur preliminare lo studio è ancora incorso), che due flaconcini al giorno di Bioarginina per via orale, in aggiunta alla terapia standard in pazienti ospedalizzati per Covid-19, possano migliorare sensibilmente il decorso della malattia è di particolare importanza, vista la penuria di trattamenti disponibili in questo tipo di pazienti, e rappresenta una nuova frontiera per una gestione migliore dei pazienti Covid, basata su un solido razionale fisiopatologico.
A fronte di queste recenti ricerche e degli attuali dati, che secondo l’ultimo bollettino Iss – ministero della Salute vedono l’indice Rt nuovamente in crescita, resta quindi del tutto attuale e di primaria importanza, il ruolo della L-Arginina nella prevenzione e nel supporto ai pazienti Covid, nonché nel trattamento della sintomatologia da long Covid.
Redazione Nurse Times
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