Commentando i numeri dell’epidemia sull’isola, il governatore ha ipotizzato uno “stop and go di 15 giorni”.
“La progressione della curva dei contagi sta registrando una accelerazione che impone ulteriori e tempestive azioni per evitare di compromettere la tenuta del sistema sanitario e la regolare erogazione delle cure. Finora, grazie all’impegno straordinario del personale ospedaliero, territoriale e amministrativo, l’emergenza è stata governata in modo ordinato ed efficace”. Così il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas (foto), sull’aumento dei contagi da coronavirus nell’isola (ieri 167 nuovi casi di positività e tre decessi).
Il governatore rivolge un ulteriore appello alla responsabilità dei cittadini: “Siamo davanti a un fatto nuovo: le catene di contagio si moltiplicano esponenzialmente perché troppi hanno abbassato la guardia e stanno sottovalutando la portata del fenomeno, tanto che il semplice appello al buon senso e alla responsabilità nell’osservanza delle buone pratiche, come il distanziamento personale, il divieto di assembramento, l’igiene delle mani e uso della mascherina, sembrano non essere sufficienti”.
Prosegue Solinas: “Siamo dunque pronti, se nelle prossime ore i numeri dei ricoveri continueranno a salire con il trend attuale, a intervenire in maniera radicale per invertire questa tendenza e tutelare al meglio la salute di tutti i sardi. Ciò significa, d’intesa con il ministro della Salute e con l’ausilio del nostro Comitato tecnico scientifico, applicare in Sardegna uno ‘stop and go’ di 15 giorni per le principali attività, con contestuale chiusura di porti e aeroporti per limitare in modo rapido e incisivo la circolazione delle persone e, con esse, del virus. Naturalmente appronteremo di pari passo una serie di misure economiche di supporto per sostenere le perdite derivanti dalla sospensione temporanea delle attività”.
Emiliano Deiana, presidente dell’Anci Sardegna, ha così commentato su Facebook il lockdown di 15 giorni ipotizzato dal governatore Christian Solinas: “Chiunque decida di chiudere qualcosa deve chiarire come intende ristorare e in quanti giorni – ad horas, diremmo – le attività che subirebbero danni economici. Se non lo si fa con provvedimenti assunti preliminarmente non ci sarà nessuna credibilità di chiedere sacrifici alla gente”.
Il presidente dei sindaci sardi va anche all’attacco dell’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, che aveva accusato i primi cittadini di fare allarmismo: “Anche il presidente della Regione fa allarmismo? I sindaci è da quasi un mese che hanno lanciato l’allerta sull’aumento dei contagi e sulla estrema fragilità del sistema sanitario. Siamo strati trattati, anche in un dibattito in consiglio regionale, da irresponsabili catastrofisti che fanno allarmismo e terrorismo. E ora come la mettiamo? La situazione sta andando fuori controllo? Sarebbe utile che, finalmente, la si finisse con le chiacchiere, con la testa perennemente rivolta al passato, e si decida di affrontare la situazione per quella che è: vedere i dati, darsi degli obiettivi, valutare scenari”.
Stando all’ultimo aggiornamento, comunicato dall’Unità di crisi regionale, sono 6.643 i casi di positività accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. Ieri si sono registrati 167 nuovi casi, di cui 127 rilevati attraverso attività di screening e 40 da sospetto diagnostico. Tre i decessi, tutte donne, due residenti nella Città Metropolitana di Cagliari, rispettivamente di 81 e 78 anni, e una di 52 residente nel Sud Sardegna. Le vittime sono in tutto 180.
In totale sono stati eseguiti 235.250 tamponi, con un incremento di 2.223 test rispetto all’ultimo aggiornamento. Sono invece 236 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (+10 rispetto al dato di ieri), mentre è di 36 (+2) il numero dei pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 3.539. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 2.618 (+54) pazienti guariti, più altri 34 guariti clinicamente. Sul territorio, dei 6.643 casi positivi complessivamente accertati, 1.141 (+27) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 977 (+23) nel Sud Sardegna, 528 (+21) a Oristano, 977 (+23) a Nuoro, 3.020 (+73) a Sassari.
Redazione Nurse Times
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