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Coronavirus, a Prato lo studio su due farmaci noti per ridurre i ricoveri

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Prato, paziente armato di pistola minaccia gli infermieri di triage
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Il progetto dell’Asl Toscana Centro punta a favorire il trattamento a domicilio di pazienti Covid con sintomi lievi.

A Prato è in fase avanzata un progetto dell’Asl Toscana Centro per sperimentare due tipi di farmaci, già in uso per altre patologie, nel trattamento a domicilio di pazienti Covid con sintomi lievi. Nel gruppo di ricerca operano professionisti della sanità territoriale e dell’ospedale Santo Stefano.

In particolare, spiega l’Asl, per le forme lievi di Covid e per evitare l’ospedalizzazione non emergono ancora terapie efficaci nel prevenire l’aggravamento. Però questa ricerca sta proprio progettando due farmaci, di cui al momento non viene reso noto il nome dalle autorità sanitarie, che potrebbero, combinati insieme, aiutare questo fronte della cura anti-Covid. Il progetto terapeutico, però, potrà avere la sua sperimentazione clinica solo dopo la validazione da parte del Comitato etico. Se questo trattamento sarà approvato, recherà vantaggi importanti, potendo essere applicato a domicilio sia dai medici di medicina generale sia dalle Usca.

“Siamo consapevoli che continueremo ad avere nuovi pazienti positivi sul territorio – spiega Giancarlo Landini, direttore del Dipartimento delle Specialistiche mediche della stessa Asl -. Disporre di una terapia antinfiammatoria conosciuta e sicura che blocchi la malattia verso stadi più avanzati, sarebbe quindi l’ideale. La nostra Asl ha la capacità e i numeri per mettere in campo una simile iniziativa. Inoltre si rafforza la collaborazione ospedale-territorio, che è la sfida del prossimo futuro per superare l’emergenza sanitaria”.

Aggiunge Fabrizio Cantini, direttore di Reumatologia dell’ospedale di Prato: “Lo scopo è di cercare di impedire che la malattia evolva verso la forma più severa. Se la sperimentazione darà i frutti sperati, quali la riduzione di almeno del 10% dei casi con progressione verso la forma severa di malattia, e di conseguenza la riduzione del numero dei ricoveri, ne deriveranno ovvi vantaggi per pazienti e strutture sanitarie”.

Redazione Nurse Times

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