Di seguito pubblicata la lettera indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Dott. Mario Draghi e al Ministro della Salute Dott. Roberto Speranza
”Gent.mi
la scrivente, in qualità di Associazione Sindacale delle Professioni Sanitarie, chiede alle SS.VV. di rivedere alcune posizioni riportate nel D.L. n. 80/21.
Nello specifico ci si riferisce all’art. 3 comma 7 del D.L. n. 80/21, con il quale viene soppresso il previo assenso al vincolo della mobilità, introducendo vincoli legati a dipendenti cui si tratti di posizioni motivatamente infungibili o che la suddetta amministrazione di appartenenza abbia una carenza di organico superiore al 20% escludendo tutto il personale delle aziende e degli enti del servizio sanitario nazionale, per i quali resta inalterato tale vincolo.
Rimane lo sconcerto nel constatare come l’attuale classe politica continui a legiferare ai danni di una categoria di lavoratori come quella delle Professioni Sanitarie che, nonostante abbia dato esempio di professionalità e abnegazione in questo tragico momento, continui a subire evidenti trattamenti “discriminatori” rispetto ad altre categorie di lavoratori.
Le frequenti lettere inviate dalla scrivente ai nostri governanti nel corso dell’ultimo anno evidenziano l’immane sforzo che gli operatori sanitari hanno dovuto sopportare e continuano a sopportare: Lettera Prot. 19 del 3 aprile 2020 relativa alla carenza dei DPI nella prima fase di contrasto alla pandemia che ha causato migliaia di contagi e purtroppo centinaia di decessi tra il personale sanitari;
Lettera Prot. 20 del 18 marzo 2021 relativa alla mancanza di alcuni profili sanitari dalle misure a sostegno dei lavoratori; Lettera relativa al necessità di un CCL separato per gli esercenti le Professioni Sanitarie.
Molto spesso nel legiferare sembra dimenticarsi della grande professionalità che caratterizza i nostri operatori sanitari, i quali, nonostante le carenze organiche, le turnazioni massacranti, il continuo confronto con la sofferenza e i turbamenti dei pazienti, i pressanti obblighi di formazione e aggiornamento, non smettono mai di continuare a combattere per portare a termine i propri doveri.
Si resta il fanalino di coda nell’Unione Europea, sia come qualità sul luogo di lavoro sia come retribuzione media annua, e nonostante ciò ci si domanda per quale motivo i giovani non scelgono le carriere ospedaliere oppure preferiscano andare a lavorare all’Estero.
Questo periodo di pandemia ha avuto l’ingrato compito di mettere alla luce le mancanze del nostro Sistema Sanitario Nazionale: urgono una riforma strutturale della Sanità; un CCL separato delle Professioni Sanitarie che possa far fronte alle esigenze peculiari della professione; un adeguamento dei profili sanitari del nostro Paese a quelli degli altri Paesi dell’Unione Europea.
Per tutti i motivi sopra elencati si chiede la riforma dell’art. 3 comma 7 del D.L. n. 80/21 in sede di conversione, prevedendo per gli operatori sanitari gli stessi vincoli previsti per ogni altra categoria di lavoratori relativamente all’Istituto della Mobilità, che nasce con l’obiettivo di favorire le dinamiche sociali e il riavvicinamento al proprio nucleo familiare.”
Il Segretario Nazionale Coina, Marco Ceccarelli
Il Presidente Coina, Schiavoni Terenzio
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