Riconosciuto da parte di RNAO (Registered Nurses’ Association of Ontario) quale Best Practice Spotlight Organization (BPSO) Host Italia, l’ordine degli infermieri Collegio IPASVI Milano-Lodi-Monza e Brianza avvia alla conclusione il primo incontro di “Orientamento per le Best Practice Spotlight Organizations”. Cinque giorni di full immersion sui temi dell’identificazione, sviluppo e implementazione delle migliori linee guida basate sulle evidenze nei diversi contesti sanitari italiani. Guidati dalla canadese Irmajean Bojnok, Direttore RNAO Affari Internazionali e Centro Linee guida basate sulle Buone Pratiche, e dalla consulente esperta di BPSO Tiziana Rivera, i partecipanti all’evento hanno assistito allo start-up di una cooperazione fra RNAO e Collegio IPASVI che darà certamente frutti interessanti.
«Finalmente – illustra il Presidente del Collegio Giovanni Muttillo – siamo riusciti a individuare una modalità per rendere l’assistenza infermieristica sempre più incentrata sulle prove di efficacia e la buona pratica, e quindi sempre più orientata al cittadino, cosicché l’espressione “il paziente al centro” diventi una modalità di lavoro, un valore per i professionisti e non un mero slogan di facciata. L’implementazione delle linee guida nei contesti sanitari comporta importantissimi outcome per i pazienti, per gli operatori e per le organizzazioni, garantendo una migliore assistenza, meno complicanze, meno sprechi, una significativa riduzione dei costi e sicuramente maggiore motivazione. Oggi è quindi più che mai imprescindibile».
La portata del riconoscimento al Collegio di Milano è chiara, come sostiene Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI: «Come infermieri, è il momento di dimostrare quali siano i risultati e gli outcome che siamo in grado di garantire al cittadino, soprattutto con riferimento a cadute, infezioni e lesioni da pressione, perché questi sono alcuni degli esiti sensibili alle cure infermieristiche. L’iniziativa del Collegio di Milano non deve diventare il caso, la sperimentazione o il progetto pilota, ma deve rappresentare la modalità operativa quotidiana per fare sì che in modo qualificato e competente all’interno di un percorso di cura più ampio e multiprofessionale il cittadino si senta preso in carico e assistito con competenza e appropriatezza. Pertanto auspico che un’esperienza come questa possa essere antesignana di un percorso più ampio e strutturato».
Percorso che potrà fare da traino anche alle altre professioni sanitarie, perché l’implementazione delle linee guida si fonda sulla collaborazione multidisciplinare e sulla disponibilità da parte dei vertici delle organizzazioni, del personale che vi opera e infine del paziente e della sua famiglia. «Con un professionista – aggiunge Alberto Scanni, dell’Ordine dei Medici di Milano – che diventa sempre più volontarizzato e un volontario che diventa sempre più professionalizzato. Perché il nostro fine ultimo è ottimizzare le risorse in questa direzione: il paziente, la persona».
«Oggi – commenta Patrizia Tomasin del Comitato Infermieri Dirigenti – parlare di “paziente al centro” significa combinare la buona organizzazione con la buona clinica. Per tale motivo gli infermieri dirigenti sono presenti e sono sensibili rispetto all’implementazione delle migliori linee guida basate sulle evidenze e riconoscono l’impegno profuso per ottenere un accreditamento che è frutto di mesi e mesi di pensiero, elaborazione e ricerca».
Il progetto ha saputo coinvolgere attivamente l’Ospedale e l’Università Vita e Salute San Raffaele, che vedranno l’implementazione delle linee guida nella pratica e nei curricula: «Il San Raffaele – illustra Annamaria Rossetti, Dirigente Infermieristico IRCCS San Raffaele – è una realtà molto complessa che combina l’assistenza clinica con l’università e una forte attenzione alla ricerca. È stato questo il motivo che ci ha portati ad accettare la proposta del Collegio IPASVI: il progetto ci consente di migliorare notevolmente la pratica basata sulle evidenze e gli outcome dei pazienti, ma garantisce anche un ritorno sull’organizzazione e quindi sulla soddisfazione dei professionisti».
È invece con l’attenzione rivolta al cittadino che esprime il proprio entusiasmo Carmela Rozza, Assessore alla sicurezza del Comune di Milano e infermiera: «Le buone pratiche sono sicuramente un aspetto di particolare importanza, anche per quel che riguarda temi caria alla città di Milano, quali la questione sociale e la presenza forte di anziani e di cittadini provenienti da altre culture sanitarie. Abbiamo l’esigenza di dare un supporto agli anziani, e non mi riferisco solo alle badanti. In tal senso, l’infermiere può diventare un punto di riferimento e di coordinamento di tutte le attività sul territorio».
«Quello offerto dal riconoscimento – commenta Muttillo – è sicuramente un modo moderno di fare nursing e di una nuova visione dell’infermiere, professionista a tutto tondo, in dialogo costante con la comunità scientifica e orientato agli outcome».
Concorda Carlo Alberto Rossi, Presidente dell’Ordine dei Medici di Milano: «L’Ipasvi ha concretizzato un grande progetto, un progetto che anche noi medici stiamo cercando di realizzare. Purtroppo in Italia non abbiamo questo tipo di visione, ma l’attenzione alle linee guida basate sulle evidenze è imprescindibile per coloro che non vogliono stare semplicemente seduti sulla sedia».
Una visione diversa, per una fase di grande cambiamento della professione e del sistema. «Ed è proprio qui che si gioca la sfida – commenta Irmajean Bajnok –, nel cambiamento. Lo sappiamo che ogni cambiamento è caratterizzato da fasi alterne, di accettazione e rifiuto, di destrutturazione e ricostruzione. Noi chiamiamo questo equilibrio instabile “rollercoaster of change”, la montagna russa del cambiamento. Si tratta di un saliscendi abbastanza coinvolgente e faticoso, che però può portare a grandi risultati, a uno nuova vision, e a un nuovo modo di intendere la professione».
«Adesso inizia la fase più intensa – conclude Loris Bonetti, Nurse leader di RNAO per il Collegio Ipasvi Mi-Lo-MB – che prevede l’applicazione nei contesti reali di quanto appreso. Siamo pronti e abbiamo già identificato numerose iniziative che faranno da apripista. È stato un anno decisivo per la professione in Italia, ma siamo solo all’inizio».
Comunicato stampa Ipasvi Milano
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