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Commissione Nazionale Ecm riforma in un anno e proroga fino al 31 dicembre 2020

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La Commissione Nazionale Formazione Continua stabilisce i criteri per il prossimo triennio 2020 – 2022 e concede la proroga fino al 31 dicembre 2020 per conseguire i crediti mancanti del triennio in scadenza

La riforma del sistema di crediti formativi della sanità sarà realtà entro un anno. Intanto, per il triennio 2020-2022 rimarranno 150 i crediti formativi da ottenere.

Inoltre sarà consentita l’acquisizione dei crediti formativi relativi al triennio 2017/2019 sino al 31 dicembre 2020.

A stabilire che, a vent’anni dalla sua istituzione, il processo attraverso il quale ogni professionista della salute si mantiene aggiornato, per rispondere ai bisogni dei pazienti, alle esigenze del Servizio sanitario e al proprio sviluppo professionale non è più adeguato è stata la stessa Commissione nazionale per l’Educazione continua in Medicina (Ecm), di cui è presidente il ministro della salute Roberto Speranza, e della quale il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, è vicepresidente.

Nove i punti all’ordine del giorno della seduta del 18 dicembre, che si è conclusa con diverse delibere. Tra le principali, quella che istituisce un Gruppo di lavoro per la revisione e la valorizzazione del sistema della formazione continua nel settore salute.

Tra le altre novità, anche l’inserimento della formazione sull’utilizzo della cannabis terapeutica nella gestione del dolore tra le tematiche di interesse nazionale, con relativo bonus di crediti, e l’accreditamento dei percorsi multidisciplinari di sperimentazione clinica dei medicinali, nei quali sia data rilevanza alla medicina di genere e all’età pediatrica.

“La formazione continua dei professionisti della salute è una garanzia per la salute del cittadino e per la qualità del sistema di cure”, spiega Filippo Anelli.

“Con l’istituzione di questo Gruppo di lavoro, la si vuole valorizzare, intercettando i fabbisogni di formazione di tutte le componenti delle professioni oggi esistenti: penso ai professori universitari e ai ricercatori, e delle nuove professioni”, conclude.

Redazione Nurse Times

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