Home Regionali Lazio Civitavecchia, funziona il progetto “Terapia in corso, non distrarre”
LazioNT NewsRegionali

Civitavecchia, funziona il progetto “Terapia in corso, non distrarre”

Condividi
Civitavecchia, funziona il progetto “Terapia in corso, non distrarre”
Condividi

Gli infermieri dell’ospedale San Paolo si dichiarano soddisfatti per i risultati dell’iniziativa caratterizzata dalla pettorina arancione.

Con “Terapia in corso, non distrarre” si migliora il lavoro degli infermieri all’ospedale San Poalo di Civitavecchia e si garantisce la sicurezza dei pazienti. Il progetto pilota è iniziato quest’estate, per la precisione tra il 24 giugno e il 10 luglio, e ha coinvolto i reparti di Chirurgia, Medicina e Ortopedia di entrambi i poli ospedalieri dell’Asl Roma 4 (San Paolo e Padre Pio). Ora, alla luce dei risultati registrati, l’Azienda è pronta ad allargare l’iniziativa a tutti i reparti.

«Potrebbe sembrare una banalità – afferma Alessandra Massarelli, infermiera del reparto di Chirurgia del San Paolo –, ma è molto importante essere concentrati quando si allestisce il carrello e si somministrano le terapie. Molto spesso, invece, si tramuta in un momento frenetico, durante il quale si viene interrotti più volte da colleghi, medici, pazienti e frequentemente dal telefono. Questo genera frustrazione nell’operatore, che lo avverte come una fase di stress. La pettorina, invece, inizialmente oggetto di curiosità e ironia, è diventata un segnale ben riconoscibile per tutti. È capitato che siano stati gli stessi pazienti ad autodisciplinarsi o a consigliare ai loro famigliari di non disturbare l’operatore. Anche tra noi colleghi c’è più attenzione e viene rispettato questo frangente delicato del lavoro».

Il progetto, coordinato dal Daps (Dipartimento aziendale delle professioni sanitarie), prevede che l’infermiere dedicato all’allestimento del carrello delle terapie e alla loro somministrazione indossi una pettorina arancione con su scritto “Terapia in corso, non distrarre”. Durante il periodo di osservazione, le tre settimane precedenti all’inizio della sperimentazione, sono state contate 1.359 distrazioni totali nei tre momenti di routine dedicati all’attività (864 registrate nei reparti del San Paolo).

«Nella seconda fase – spiega Carlo Turci, dirigete del Daps – le distrazioni si sono abbattute del 50%. Ciò vuol dire garantire maggior sicurezza a tutto il processo». Alla luce dei risultati, il manager Giuseppe Quintavalle ha deciso di avviare il progetto nei restanti reparti e ha ringraziato la Fondazione Cariciv per il supporto e tutti gli operatori per la disponibilità.

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Messaggero

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati
Caregiver familiare: ok alla qualifica di oss dal Decreto Anziani 2024
NT News

Toscana, Ordine psicologi: “C’è un’emergenza silenziosa da affrontare: i caregiver a rischio isolamento”

La presidente Gulino: “Migliaia di persone, in particolare donne over 50, si...

Sblocco del vincolo di esclusività per gli infermieri nel decreto Milleproroghe
NT News

Vincolo di esclusività: la saga infinita degli infermieri italiani

Se ci fosse un premio per la telenovela più lunga della sanità...

NT NewsO.S.S.

L’importanza dell’oss a domicilio: cura, autonomia e sicurezza degli anziani

L’operatore socio-sanitario sostiene ADL e IADL, individua segnali clinici, promuove il domicilio...