Si tratta di una novità assoluta in Irpinia e servirà ad alleggerire il carico di lavoro dei pronto soccorso ospedalieri.
Si chiama “Non più soli” il presidio infermieristico di comunità rurale nato a Chiusano San Domenico, in provincia di Avellino. Alla sua inaugurazione, avvenuta sabato 6 ottobre, hanno preso parte il sottosegretario al ministero degli Interni, Carlo Sibilia, il presidente della Commissione affari costituzionali al Senato, Ugo Grassi, e numerose autorità locali.
Si tratta di una novità assoluta in Irpinia, di un progetto fortemente voluto dal sindaco Carmine De Angelis, che lo ha promosso in collaborazione con la Cooperativa Sid e il Progetto Preveniamoci. “Abbiamo ritenuto opportuno – ha detto il primo cittadino – costruire una rete comunale rurale che garantisca interventi di primo soccorso, sia con consulenza gratuite che convenzionate. Conosciamo bene le problematiche di cui soffrono gli ospedali territoriali, soprattutto per via delle attese nei pronto soccorso. Con questa struttura vogliamo offrire un servizio a portata del cittadino e a misura di reali esigenze, fornendo risposte immediate all’utenza”.
Il modello, in via di sperimentazione, presenta caratteristiche simili a quelle previste per le Unità complesse di cure primarie previste dal Piano sanitario regionale ed elencate alla voce “Medicina territoriale”. A tal proposito, De Angelis precisa:“Ci sono elementi vicini alle Uccp, ma il sostegno economico e finanziario è stato ricavato dalle misure del Psr sui servizi socio assistenziali. Il canale è completamente differente dal comparto sanitario, ma la funzione è rivolta a sostenere un servizio pubblico in quel settore. Può essere un modello di welfare sanitario da esportare, perché nasce con l’intento di interpretare i bisogni delle persone dal basso. Potremmo immaginare di allargare la rete anche a livello regionale, e questa proposta sarà formulata proprio al vicepresidente della Commissione Sanità, Vincenzo Alaia. Bisogna ammettere che la capacità strutturale è variabile per le prestazioni sanitarie, e possono essere disciplinate da consorzi”.
Ma la Regione Campania potrebbe ritenere sostenibile questo nuovo modello di welfare sanitario? Questo il pensiero del sindaco:“Personalmente abolirei le strutture e gli enti strumentali, che rappresentano soltanto dei costi per le Regioni, a partire dagli Ato, davvero inutili, e trasferirei gli investimenti su strutture che realmente offrono servizi. Razionalizzerei la spesa che hanno i Comuni per sostenere grandi apparati, e la destinerei agli interventi dal basso, per le funzioni fondamentali. Sono le funzioni che devono essere garantite, non gli enti. L’obiettivo della politica e delle istituzioni deve essere quello di garantire l’organizzazione e la fruibilità dei servizi”.
Redazione Nurse Times
Fonte: www.nuovairpinia.it
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