Un uomo di 67 anni, originario del Marocco, da anni finge malori, infarto dolori e chiama ripetutamente il 118. Il suo obiettivo? Ottenere una pensione di invalidità. Dopo l’ennesimo episodio, è stato denunciato per interruzione di pubblico servizio.
Che l’utilizzo dei servizi di emergenza sanitaria territoriale e dei pronto soccorso sia effettuato in modo scorretto da molti cittadini, è oramai una realtà ben consolidata nel nostro paese. Ma ciò che è accaduto a Cesena negli ultimi tempi, ha davvero dell’incredibile.
Un cittadino italiano originario del Marocco, classe 1949, è molto conosciuto dal personale del 118 e dai professionisti sanitari del pronto soccorso, in quanto… è assiduo “frequentatore” dei mezzi di soccorso e delle sale d’attesa dei dipartimenti di emergenza. Sta molto male, quindi? È affetto da una qualche patologia cronica invalidante gestita male o in modo insufficiente dai servizi assistenziali territoriali? Ma che…
Da anni, con una cadenza spaventosamente regolare, l’uomo simula malori, infarti e svenimenti in strada; chiama poi il 118, si fa trasportare in ospedale e una volta lì descrive sempre il solito patetico melodramma: dolore al torace e/o in altri posti, affanno e un bisogno impellente di controlli al cuore. Che puntualmente gli vengono effettuati e che, come sempre, gli fanno abbandonare il nosocomio senza nemmeno un giorno di prognosi; visto che non ha assolutamente niente.
Tutto ciò si è verificato non una, non due e neanche tre volte: sono almeno 150 gli accessi che questo tizio ha effettuato in pronto soccorso in ambulanza, ai quali però devono aggiungersi le tante volte in cui l’uomo si è recato da solo in pronto soccorso.
Ma perché questo individuo si comporta così? Ha per caso una forma d’ansia fuori dal comune? Una qualche patologia psichiatrica? Sembra proprio di no. L’obiettivo di questo “signore” sembra essere quello di ottenere, in modo decisamente maldestro e per fortuna inutilmente, una pensione di invalidità civile. Sfruttando, in maniera vile oltre che indebita, il sistema previdenziale del paese che lo ha ospitato, in cui vive e del quale è, da molto tempo, cittadino a tutti gli effetti.
Ieri mattina, lunedì 5 settembre, ha avuto luogo l’ennesima sceneggiata dell’insistente truffatore: era in strada quando, a un certo punto, si è sdraiato per terra e ha chiamato il 118. Una volta trasportato in ospedale, ha iniziato a strillare come un ossesso che stava malissimo, a gettarsi sul pavimento e a richiedere esami approfonditi per il suo cuore a suo dire malandato. Esami che, come sempre, gli sono stati fatti e che, come ogni volta, hanno dato esito negativo.
Ma quando è troppo… è troppo. E stavolta, il medico responsabile, ha stilato un referto inequivocabile e lapidario: “Si tratta di un simulatore seriale di patologia cardiaca. A fronte di centinaia di accessi in pronto soccorso non è mai emerso nulla negli esami che nel tempo sono stati svolti”…”Il suo comportamento distoglie gli operatori del servizio ambulanze e quelli del pronto soccorso dalle persone che invece hanno veramente bisogno di aiuto. Si raccomanda quindi di segnalare la questione agli organi competenti”.
E così, questa sorta di costosa (per i contribuenti) pacchia ha fortunatamente avuto fine: l’uomo è stato segnalato e denunciato dalla Polizia per interruzione di pubblico servizio, cosa che lo porterà a essere giudicato da un Tribunale; sperando che ciò basti a placare la sua imprescindibile aspirazione di diventare a tutti i costi un falso invalido.
Cos’altro aggiungere? Beh… Oltre alle carenze di personale, ai pazienti “ambulatoriali” che impegnano le ambulanze e intasano i nostri pronto soccorso… ci mancavano anche dei finti malati seriali alla ricerca di “furbate” per ottenere pensioni di invalidità. Povera Sanità. E povera Italia.
Fonte: Corriere Romagna
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