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Catanzaro, interventi privati eseguiti con strumenti sottratti all’ospedale: sospensione per un medico e due infermieri

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Catanzaro, interventi privati eseguiti con strumenti sottratti all'ospedale: sospensione per un medico e due infermieri del "Dulbecco"
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Guardia di finanza e carabinieri del Nas, coordinati dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, hanno dato esecuzione a un’ordinanza con cui il gip del Tribunale di Catanzaro ha disposto, per la durata di 12 mesi, l’applicazione di misure interdittive nei confronti di quattro persone. Si tratta del dirigente medico Marco Scicchitano, classe 1965, degli infermieri Anna Rita Procopio, classe 1972, e Riccardo Sperlì, classe 1967, e dell’imprenditore Marco Gigliotti (operante nel settore medicale), classe 1962.

Per i primi tre, tutti dipendenti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro, è scattata la sospensione dal pubblico ufficio/servizio, per il quarto il divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale. Contestualmente è stata data esecuzione al sequestro preventivo di due immobili nella disponibilità di uno degli indagati. Nel procedimento, inoltre, risultano indagati altre tre persone per favoreggiamento personale o reale: Melania Russo, Antonio Torchia, Ugo Vescio.

Dalle indagini preliminari, articolate in attività di intercettazione e perquisizioni, è emersa la gravità indiziaria circa la sussistenza di un’associazione per delinquere e di plurimi episodi di peculato di dispositivi medici vari e farmaci, perpetrati dal dirigente medico e dai due infermieri, in concorso con l’imprenditore.

Nello specifico, il dirigente medico avrebbe omesso di versare all’Azienda ospedaliera di Catanzaro parte dei compensi derivanti dallo svolgimento di attività professionale in regime di intramoenia allargata, relativi cioè alle visite mediche svolte presso il proprio studio privato per conto dell’Azienda stessa.

Inoltre, con la collaborazione dei due infermieri, legati all’Azienda da rapporto di lavoro esclusivo, avrebbe eseguito interventi chirurgici privati, pur in assenza di specifica autorizzazione sanitaria, impiegando materiale sanitario sottratto all’ospedale, che veniva in tal modo autoriciclato. Infine si sarebbe avvalso di false fatture emesse dall’imprenditore di fiducia per giustificare la disponibilità di dispositivi e materiale sanitari sottratti all’Azienda.

Redazione Nurse Times

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