La Cassazione Civile ha emesso una sentenza di rilevanza nazionale il 11 ottobre 2022, n. 29515, che potrebbe avere impatti significativi per i lavoratori. La decisione riguarda il caso di D.V., il cui diritto all’indennizzo da parte dell’INAIL per una nevrosi d’ansia derivante da demansionamento era stato negato dalla Corte d’appello di Napoli.
La Corte d’appello aveva respinto la richiesta di D.V., sostenendo che la copertura assicurativa operasse solo per le malattie derivanti da specifiche lavorazioni, escludendo quelle dipendenti dalle modalità organizzative del lavoro. Tuttavia, la Cassazione ha ribaltato questa decisione, aprendo la strada a una nuova interpretazione delle leggi in materia di malattie professionali.
Il contesto legale
La sentenza si basa sulla violazione degli artt.1 e 3 d.P.R. n.1124/65, degli artt.10 e 13 d. lgs. n.38/00 e annessa tabella n.181, nonché dell’art.2687 c.c. La Corte ha dichiarato che la malattia professionale è indennizzabile anche quando non sia contratta in seguito a specifiche lavorazioni, ma derivi dall’organizzazione del lavoro e dalle sue modalità di esplicazione.
I motivi del ricorso
Il ricorrente, D.V., ha presentato due motivi di ricorso. Nel primo motivo, si è denunciata la violazione della normativa, sostenendo che la sentenza ha erroneamente richiesto il nesso di causalità tra la malattia e una specifica lavorazione. Nel secondo motivo, si è contestata la mancata valutazione di un fatto decisivo per il giudizio, ossia la relazione tra la nevrosi d’ansia e il demansionamento subito.
La decisione della Cassazione
Contrariamente alle aspettative, la Cassazione ha sostenuto che la malattia professionale è indennizzabile anche quando non sia legata a lavorazioni specifiche, ma derivi dall’organizzazione del lavoro. La Corte ha ribadito che l’assicurazione è obbligatoria per tutte le malattie, aprendo la strada a un nuovo modo di interpretare i rischi legati al lavoro.
Implicazioni per i lavoratori
Questa decisione potrebbe avere conseguenze significative per i lavoratori italiani, aprendo la possibilità di indennizzazione per malattie non tabellate, ma dimostrate essere di origine professionale. La Corte ha ribadito che l’assicurazione è obbligatoria per tutte le malattie, anche diverse da quelle comprese nelle tabelle, purché sia provata la causa di lavoro.
La sentenza della Cassazione ha cassato la decisione della Corte d’appello di Napoli con rinvio per ulteriori accertamenti di merito e per la pronuncia sulle spese del presente grado. Si apre così una nuova fase del procedimento legale, con il potenziale riconoscimento dell’indennizzo per D.V.
Questa decisione della Cassazione potrebbe segnare un cambiamento significativo nella valutazione delle malattie professionali, aprendo la strada a un riconoscimento più ampio dei diritti dei lavoratori in casi simili. La vigilanza su sviluppi futuri in materia sarà cruciale per comprendere appieno l’impatto di questa decisione sul sistema legale italiano e sulla tutela della salute dei lavoratori.
Redazione NurseTimes
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