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“Caro paziente, oggi sono io a ringraziare te”. La lettera di una studentessa

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta da Francesca Fumai, studentessa al secondo anno di Infermieristica presso il polo didattico “Ospedale Di Venere” dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro
Francesca è rappresentante di Interclasse in carica con l’Associazione Studentesca “Studenti Per” e si batte per i diritti (e doveri) degli studenti di Infermieristica del suo polo didattico.

Lettera ad un paziente

Caro paziente,
È tanto che penso a questo momento, a quando con coraggio raccoglierò tutta me stessa per parlarti di me.
Sono la tua infermiera, la tua spalla dal primo sorriso al momento del ricovero all’ultimo abbraccio al momento della dimissione.
Sono la tua infermiera, la persona pronta a farti sorridere nei momenti no, pronta a farti compagnia quando ti senti solo contro tutto, a darti forza quando tutto va storto, a sostenere il tuo fisico e la tua anima, a darti la forza di ricominciare e, quando non si potrà, a farti vivere dignitosamente e serenamente gli ultimi giorni della tua vita.
“Caro paziente, oggi sono io a ringraziare te”. La lettera di una studentessa
La divisa di Francesca Fumai
Capita anche a me, sai? Capita di sentire le lacrime rigare le mie guance sentendo i tuoi racconti, i racconti di una vita colma di sacrifici. Capita anche a me di commuovermi, di nascosto, ripensando a quanto hai potuto regalarmi senza accorgertene.
Credimi, capita anche a me di sentire l’anima crollare, ma di trovare comunque il coraggio di sorriderti e darti forza.
Quindi ora sono io a ringraziare te: ti ringrazio per tutti i sorrisi che tu stesso mi hai regalato pur non avendo la forza di fare null’altro, ti ringrazio per i “grazie” che riempiono il cuore di gioia più di qualsiasi altra cosa e che mi fanno sentire soddisfatta a fine giornata, quei grazie che sono sempre con me qualsiasi passo io muova, capaci di non farmi sentire più la minima stanchezza anche dopo ore di lavoro e di far schizzare al massimo la batteria del mio cervello e del mio corpo.
Sono io a ringraziare te per aver arricchito la mia vita, di quella ricchezza che non si può comprendere dal di fuori, di quella ricchezza che fa bene al cuore, che non puoi dimenticare e che solo un infermiere ha la fortuna di avere.
Grazie.

Per quale motivo una studentessa ha sentito la necessità di scrivere una lettera simile?

“In realtà è un bisogno che sentivo da un bel po’. Sono sicura che noi, infermieri del domani, riusciremo a risollevare questa professione dai pregiudizi e dal continuo screditare.
Se con la mia lettera sono riuscita a far cambiare idea ad almeno una persona che ha iniziato a pensare “caspita, ecco a cosa servono gli infermieri e quanto sono fondamentali… Che bella professione!” ho già vinto la mia battaglia personale”

Simone Gussoni

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