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Carenza di medici in pronto soccorso, Opi Rimini sostiene il progetto di un ambulatorio infermieristico

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Colamaria (Opi Rimini): "La Carta di Riva è un risultato storico inaspettato"
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Il tema è stato trattato nel corso di un incontro tra l’Ordine e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, Fials, Nursind, Nursing Up.

La situazione dei pronto soccorso della provincia di Rimini e la carenza di personale sono i temi trattati nel corso di un incontro che Opi Rimini ha organizzato nella propria sede con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, Fials, Nursind e Nursing Up.

“L’ormai nota carenza dei medici di pronto soccorso, divenuta di dominio pubblico negli ultimi giorni, ha messo in luce la fragilità di un sistema salute che poco ha saputo investire sui propri professionisti, generando disaffezione e malcontento, acuiti dal notevole incremento del carico di lavoro e delle relative responsabilità”, commenta Nicola Colamaria (foto), presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Rimini.

La medicina di emergenza-urgenza, così come l’infermieristica, è una specializzazione al pari delle altre, alla quale va riservata la medesima dignità, riconoscendone l’essenzialità. Professionisti con altre specializzazioni, sebbene con esperienza clinica, possono collaborare, ma non sono in grado di fornire le medesime competenze e performance. Affermazione che trova la sua conferma in particolar modo nella figura dell’infermiere di triage, le cui peculiari competenze ne determinano l’assoluta infungibilità. “La chiusura di ambulatori medici – fanno sapere dall’Opi – si rifletterà inevitabilmente sull’attività di triage, sul rispetto delle tempistiche dettate dalla Regione (Delibera 1230 del 02/08/2021), sulle modalità di gestione dei pazienti in attesa di visita medica o in trattamento.

L’Ordine ha ribadito che questi cruciali processi continueranno a essere sostenuti e garantiti dalla presenza dell’infermiere specialista, al quale deve andare il sostegno della cittadinanza e delle istituzioni. Ogni rimodulazione delle attività deve garantire alla persona assistita la migliore risposta clinica e assistenziale in funzione del suo reale bisogno di salute.

Gli infermieri e la loro rappresentanza professionale, ponendosi come agenti attivi nel contesto sociale a cui appartengono e in cui esercitano (art. 1 del Codice deontologico) accolgono con favore e sostengono il progetto aziendale di apertura di un ambulatorio infermieristico all’interno del pronto soccorso, quale luogo di cura da affiancare ai tradizionali ambulatori medici. La professione infermieristica riconosce al proprio interno la maturità e le competenze necessarie per sviluppare percorsi di cura che incontrino i bisogni di salute della cittadinanza.

Alle organizzazione sindacali e alla direzione aziendale va il mandato di valorizzare contrattualmente ed economicamente la professione infermieristica, che a causa del mancato riconoscimento delle specializzazioni e delle scarse prospettive di carriera sta attraversando una profonda crisi di “vocazione”, già attuale in diverse strutture sanitarie private e nelle Rsa.

L’incontro è proseguito sul tema della rimodulazione in atto in diverse unità operative degli ospedali della provincia, dove la dotazione di personale infermieristico si sta riallineando all’era pre-Covid, come se la pandemia nulla avesse insegnato. Massima condivisione con le organizzazioni sindacali sulla necessità di investire sui professionisti, stabilizzando gli aventi diritto e procedendo al reclutamento di nuovi, anche per gettare le basi della futura sanità di prossimità disegnata dal cosiddetto DM 71.

“Nulla può essere davvero costruito senza le professioni!”, sottolinea l’Ordine, che su questo tema ha proposto un’azione sinergica per lo sviluppo di un percorso che tuteli la salute dei cittadini e quella professionale degli infermieri, i quali hanno la necessità e il diritto di essere sostenuti e, nuovamente, valorizzati.

Redazione Nurse Times

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