Intervistato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, il direttore generale dell’Azienda sanitaria ha svelato un nuovo progetto riguardante “la presa in carico di pazienti per i quali è preminente la gestione assistenziale rispetto a quella clinica”.
«Indiciamo ed espletiamo continuamente concorsi, ma, non essendoci abbastanza specialisti al momento, dobbiamo cercare di ottimizzare le risorse umane che sono in servizio». Così Stefano Rossi, direttore generale dell’Asl Lecce, ha parlato alla Gazzetta del Mezzogiorno della carenza di medici che caratterizza la “sua” Azienda.
«Non abbiamo la bacchetta magica – ha proseguito -. Bisogna prendere atto che gli specialisti sono pochi e non possiamo inventarceli. L’altro ieri abbiamo espletato il concorso per il direttore del Pronto soccorso di Gallipoli e si è presentato un solo candidato. Non è un problema solo di Asl Lecce, ma nazionale. Ormai per alcuni reparti di “frontiera” non ci sono professionisti disposti a ricoprire il ruolo. Rimangono inoptate persino le borse di studio di specializzazione della disciplina. Peraltro sono a conoscenza del fatto che a livello nazionale si sta discutendo di un’incentivazione per i professionisti, quindi un’indennità che compensi il maggior rischio e stress che bisogna affrontare nei pronto soccorso».
Se è cosi difficile reperire sul mercato del lavoro queste figure professionali, come pensate di rendere efficiente il sistema?
«Dovremo utilizzare al meglio le risorse umane armonizzando le presenze in servizio in base alle effettive necessità dei reparti, continuando la politica di reclutamento attraverso i concorsi. In questo momento possiamo, ragionevolmente, fare solo questo. Bisognerebbe ragionare sull’ampliamento del novero delle competenze dei professionisti sanitari non medici, più facilmente reperibili sul mercato. In altri Paese europei, ad esempio, è noto come la figura infermieristica abbia competenze più ampie. Sotto tale profilo, insieme ai dirigenti delle professioni sanitarie in servizio presso l’Asl di Lecce e grazie anche all’apporto del dottor Marcello Antonazzo, dell’Ordine degli infermieri, stiamo elaborando un progetto per l’attivazione di un reparto a gestione infermieristica per la presa in carico di pazienti per i quali è preminente la gestione assistenziale rispetto a quella clinica. Con UniSalento, che da quest’anno ha preso in carico i corsi di laurea in Scienze infermieristiche, possiamo meglio collaborare per un piano di studi che vada nel senso di maggiori competenze».
A breve dovrete affrontare anche l’emergenza estate, con l’aumento di accessi in pronto soccorso e le ferie del personale. Avete già un piano?
«Da quando i pronto soccorso hanno un coordinamento unico con il 118, affidato al dottor Maurizio Scardia, non si riscontrano particolari criticità. Chi si lamenta delle attese sono i codici bianchi e verdi che non dovrebbero arrivare in pronto soccorso. D’altra parte l’Emilia Romagna ha adottato un provvedimento secondo il quale anche le prestazioni da codice verde, l’utente è tenuto a pagare un ticket. Questo vuol dire che se hanno avuto necessità di fare questo, anche in regioni dove il sistema è ritenuto più efficiente, la questione dell’accesso improprio in pronto soccorso non riguarda solo la nostra Azienda sanitaria. Basta leggere le cronache locali italiane per capire che questa criticità è diffusa. Anni fa, quando arrivava Ferragosto o Natale, i reparti si svuotavano consentendo al paziente di stare in famiglia, oggi accade esattamente l’inverso. È importante considerare questi aspetti per comprendere come il cambiamento dei rapporti all’interno della società, genera un maggior carico di lavoro in determinati periodi rendendo più difficile anche il godimento delle ferie che per contratto collettivo hanno diritto a fruire da giugno a settembre».
Tenuto conto della carenza di personale, come potete risolvere il problema delle liste d’attesa?
«Entro il 30 di questo mese trasmetteremo in Regione il piano che ci è stato chiesto per l’aggiornamento e la rimodulazione dei programmi attuativi aziendali, per il recupero delle liste d’attesa».
Per l’Ospedale del Sud Salento quando si può ipotizzare l’avvio del cantiere?
«Innanzitutto deve essere approvato il progetto definitivo. Abbiamo dovuto leggermente riposizione la sagoma della struttura nell’area di sedime dopo un confronto con Ferrovie dello Stato ed Anas. Ritengo che entro la fine dell’anno avremo bandito la gara e affidato i lavori».
Mancano 520 posti letto e molti reparti mai attivati. Come intendete procedere?
«Domani (oggi per chi legge, ndr) inauguriamo il reparto di Lungodegenza a Casarano. Mancano circa 600 posti letto in tutta la regione e noi stiamo dando il nostro piccolo contributo. A Casarano abbiamo anche in programma l’adeguamento del pronto soccorso che sarà completato entro giugno con un investimento di 365 mila euro; entro agosto completeremo la Rianimazione con l’attivazione di altri quattro posti letto con un investimento di circa 704 mila euro; mentre entro febbraio 2026 completeremo la cosiddetta quarta torre con i lavori di progettazione esecutiva, esecuzione dei lavori di completamento ed adeguamento a norma di arredi ed attrezzature finanziati con poco più di 14 milioni di euro».
Redazione Nurse Times
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
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