Esperienze analoghe nelle due città. Vari professionisti sanitari si aggregano per aiutare le fasce più deboli della società.
Sulla scorta dell’esperienza maturata a Barletta con la creazione dell’ambulatorio popolare, a Canosa (Barletta-Andria-Trani) è stato dato il via a un analogo servizio. L’ambulatorio medico popolare è una struttura mutualistica, finalizzata a garantire consulenza sanitaria e non solo, gratuitamente, alle fasce più deboli della società.
«Il Servizio sanitario nazionale – sostengono i promotori dell’iniziativa per bocca di Nunzia Sorrenti –, oggetto ormai da molto tempo di gravissimi tagli ai finanziamenti, ha raggiunto livelli di inadeguatezza tali da non poter più garantire il diritto alle cure. Lo smantellamento di tanti presidi ospedalieri e poliambulatoriali, sia da parte dello Stato che delle Regioni, spinge sempre più persone a rivolgersi alle strutture private. La conseguenza è che le fasce più deboli della società rinunciano progressivamente a curarsi perché non dispongono del denaro sufficiente, oppure perché costrette dal Servizio sanitario nazionale a liste di attesa interminabili. In questo allarmante contesto l’ambulatorio popolare può rivestire un ruolo importantissimo. Luogo di accoglienza e integrazione, ha come unico obiettivo quello di tentare di sollevare dallo sgomento del vuoto assistenziale le fasce più bisognose della popolazione. In un anno di lavoro a Barletta sono stati raggiunti risultati eccellenti, riuscendo addirittura a uscire dalla dimensione strettamente sanitaria. L’ambulatorio è diventato, infatti, anche luogo di scambi culturali, di integrazione, aprendo allo svolgimento di tante attività».
Prosegue Sorrenti: «Qualche giorno fa c’è stato il primo incontro di tutti promotori dell’iniziativa, i quali, pur consci dei tanti ostacoli da superare, stanno lavorando al progetto. Hanno aderito medici, docenti, infermieri, nutrizionisti, donne e uomini che hanno desiderio di contribuire alla ricostruzione di una comunità sfilacciata. L’ambulatorio popolare ha però l’esigenza impellente di un luogo per poter operare al meglio. Per questo rivolgo, a nome di tutti gli aderenti, un appello ai privati, e soprattutto agli amministratori comunali, affinché mettano a disposizione locali dove poter svolgere attività che, lo sottolineo, sono offerte gratuitamente. Inoltre rivolgo l’invito a tutti i nostri concittadini a essere parte integrante del progetto, donando anche un’ora del proprio tempo alla costruzione di quello che potrebbe diventare un nuovo modello di società».
La nascita di questa nuova comunità, che si caratterizza come attiva e solidale, volta a un servizio sanitario volontario e gratuito, non potrà che ottenere il sostegno della società civile, anche perché risulta di fondamentale bisogno, se si tiene conto dell’impoverimento dell’offerta sanitaria locale e della carenza delle prestazioni ospedaliere, determinata dal piano regionale di riordino.
Anche ad Aosta
Apre giovedì, in via Samone 24, l’ambulatorio medico per gli indigenti e le famiglie in difficoltà economica, grazie all’impegno dell’associazione Salute art. 32, formata da medici, infermieri, operatori sanitari e sociali. Una squadra di volontari che opererà in stretta sinergia con i servizi sanitari territoriali. L’ambulatorio ha preso il posto del consultorio familiare (ora a Ivrea) dopo i lavori del Comune. Tra gli specialisti che prenderanno servizio figurano ginecologi, ortopedici, internisti, uno psicologo, un geriatra, un neurologo, un pediatra, cinque infermieri e l’assistente sociale. «L’accesso – spiegano dal Comune – è subordinato alla segnalazione da parte di enti operanti nel sociale, quindi Asl To4, assistenti sociali o associazioni di volontariato». L’orario, per ora provvisorio, prevede l’apertura il martedì dalle 16 alle 18 e il giovedì dalle 10 alle 12.
Redazione Nurse Times
Fonti: Gazzetta del Mezzogiorno – La Stampa
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