Cade il divieto, ma a condizione che sia garantita la sicurezza degli alimenti.
Il ministero della Salute, inviando due note a Regioni, Asl e amministrazioni pubbliche, ha chiarito che i cani possono entrare nei supermercati se il regolamento della catena di distribuzione o i titolari dell’esercizio lo consentono. E sempre fissando il principio che siano tutelate igiene e sicurezza dei cibi in vendita. Insomma i quattrozampe (e quindi i loro proprietari) hanno tutti i diritti per entrare anche lui nei luoghi deputati allo shopping.
La novità, che cancella il divieto generalizzato di ingresso agli animali nei supermercati e negli esercizi commerciali che vendono alimenti, porta la firma di Ugo Della Marta, direttore generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, ed è la risposta a un gruppo di cittadini che chiedeva chiarimenti sulla questione e, altrettanto importante, alle istanze delle associazioni animaliste che da tempo propongono porte aperte ai cani nei supermercati.
È dal 2004, con l’entrata in vigore del regolamento comunitario, che i cani italiani non possono entrare nei supermercati. In alcune città, non tante, sindaci e assessori al commercio hanno in qualche modo aggirato la norma, consentendo – sempre con i requisiti essenziali della tutela dell’igiene e della sicurezza dei cibi esposti – ai dirigenti delle attività di dare l’okay all’ingresso. Buona parte delle catene alimentari, nel frattempo, si è attrezzata con regolamenti interni che prevedono l’accesso ai cani, ma con l’obbligo di custodia dentro appositi carrelli. Non tutti, però, si sono adeguati.
È ovvio che, pur in una situazione di via libera agli animali domestici (sempre più spesso si vedono anche gatti), occorre valutare: è sconsigliato (quando non esista un divieto specifico) portarsi appresso cani di grossa taglia, aggressivi o mordaci.
La Lav (Lega anti-vivisezione) si era mobilitata, di recente, per invitare il ministero della Salute a prendere posizione ufficiale sull’ingresso dei cani nei supermercati, appellandosi a una interpretazione del ministero stesso non in linea con la norma europea del 2004..
“Un divieto specifico non esiste, né in Europa né in Italia – hanno sempre sostenuto i responsabili della Lav -. Anche perché, se fosse contemplato per legge a 360 gradi, oltre che essere penalizzante e discriminatorio per i proprietari di cani sarebbe a questo punto illegittimo”. L’associazione si batte da anni per garantire l’accesso degli animali nei locali aperti al pubblico e sui mezzi di trasporto, come peraltro già avviene in molti Paesi, e consiglia ai clienti con cane al seguito che subiscono divieti di cambiare esercente.
Redazione Nurse Times
Fonte: La Stampa
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