La candida è la più frequente infezione intima femminile; si stima che interessi almeno una volta nella vita circa il 70-75% delle donne in età fertile. A causarla, la proliferazione del fungo Candida Albicans. Tale fungo vive solitamente in piccole concentrazioni nel cavo orale, nell’intestino, sulla cute, nelle mucose genitali, senza provocare alcun disturbo, in costante equilibrio con gli altri microrganismi ospiti del nostro organismo. Nella vagina, insieme ad altri batteri (più numerosi), in particolare il Bacillo di Doderlein, forma il cosiddetto ‘ecosistema vaginale’. Il giusto equilibrio tra le varie componenti, riporta paginemediche.it, consente il mantenimento di un pH normale (compreso tra 3,8 e 4,5) ed una giusta lubrificazione della vagina. L’alterazione del pH vaginale (aumento o diminuzione dei valori normali), rompendo l’equilibrio di tale ecosistema, favorisce il proliferare dei germi patogeni.
“Pur non essendo considerata una malattia sessualmente trasmissibile, la candidosi può generare motivi di imbarazzo e vergogna nella donna, specie se giovane e inconsapevole di quello che succede al suo corpo” ha detto il dottor Gianalfredo Franzoni, ginecologo di Humanitas San Pio X, come riporta humanitasalute.it. “Eppure, nessuna donna o ragazza dovrebbe sentirsi sola e a disagio per questa problematica, basti pensare che colpisce due terzi delle donne in età fertile almeno una volta nella vita. Parlarne con il proprio ginecologo è importante, sia per evitare inutili momenti di imbarazzo che possono compromettere la vita sessuale e di coppia, ma anche per prevenire che la candida diventi vaginite ricorrente cronica, cioè un’infezione micotica che si ripresenta più di tre volte all’anno” ha detto il dottore.
La candidosi può manifestarsi con arrossamento delle mucose genitali, prurito, irritazione, secrezioni vaginali biancastre, odorose e dense e dolore durante la minzione o il rapporto sessuale. Nel caso di sospetta candidosi, e specie se i sintomi si ripresentano, è il caso di parlarne con il proprio ginecologo: in questo modo sarà possibile prevenire che la candida diventi vaginite ricorrente cronica.
Esistono diversi fattori di rischio – oltre alla predisposizione – che stimolano l’eccessiva proliferazione del fungo. “La cura prevede l’assunzione di farmaci antifungini, di tipo orale o locale (creme, ovuli e lavande) o prodotti topici contenenti lattobacilli, che aiutano anche a ripristinare la corretta flora batterica vaginale” ha spiegato il dottor Franzoni. “Va ricordato, – aggiunge, – che se l’infezione ha colpito anche il/la partner, per evitare l’effetto “ping-pong” entrambe le persone nella coppia devono sottoporsi alla cura. Negli uomini l’infezione provoca un’eruzione cutanea e arrossamento del glande, a volte accompagnato da bruciore, che può estendersi fino al prepuzio e talvolta provocare la fuoriuscita di perdite biancastre. In genere, questi sintomi si presentano dopo un rapporto sessuale”.
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