Le dirette Facebook, il venerdì pomeriggio del Governatore della Campania: Vincenzo de Luca, da inizio pandemia ad oggi sono diventate spesso oggetto di discussione
Tra i tanti proclami, promesse e “cazziatoni” il 26 marzo u.s., il Governatore annunciava la creazione del “passaporto vaccinale Regionale“.
Una Smart card, collegata alle Piattaforme Regionali, che consentiva in tempo reale, il controllo delle avvenute vaccinazioni.
Questa “immensa” operazione di distribuzione di passaporti regionali, è costato alla Regione Campania, più di tre milioni di euro.
La regione Campania (uscita dal commissariamento solo nel 2019, dopo dieci anni) con una sanità fragile, con ospedali completamente a corto di personale, graduatorie concorsuali non utilizzate per mancanza di fondi, decide nonostante ciò di sobbarcarsi una spesa cosi faraonica.
Era necessario ed utile spendere tanto denaro pubblico?
La produzione di queste Card Regionale fu affidata alla unica Azienda che si dichiarò disponibile: la ERMES S.R.L. (una precedente gara era andata deserta per mancanza di offerte valide). Valore della gara 3.045.010,50 Euro per la produzione di 3,5 Milioni di carte (210 mila a settimana) al costo di 0.90 Euro ciascuna (con sconto unitario di 3.333 ovvero circa 3 centesimi di euro di sconto).
Una Smart card altamente sofisticata, dotata di microchip tecnologia NFC e di QR Code, che permettono velocemente, attraverso la scannerizzazione con uno smartphone, di collegarsi alla piattaforma Regionale Sinfonia (Regione Campania) e controllare l’avvenuta vaccinazione.
Perché si è scelto di avvalersi di tecnologica microchip quando con il semplice QR si otteneva lo stesso risultato?
Perché non farlo rilasciando un semplice ed economico modello cartaceo?
Tutta questa sofisticazione ha fatto lievitare la spesa Regionale di molto senza reale giustificazione d’uso.
Ma la domanda focale è: Serve davvero un “green pass” regionale quando lo Stato ne stava preparando uno a livello nazionale? Possono essere associati o intercambiabili? La risposta è NO!
Come sostenuto dal Presidente del Garante della Privacy nell’audizione alla Camera del 6 Maggio, che ha bocciato tale documento: “La competenza in merito all’introduzione di misure di limitazione dei diritti e delle libertà fondamentali che implichino il trattamento di dati personali ricade solo ed esclusivamente allo Stato attraverso leggi sulla protezione dei dati”.
A ciò si aggiunga che la Corte Costituzionale ha recentemente evidenziato che “la pandemia in corso ha richiesto e richiede interventi rientranti nella materia della profilassi internazionale di competenza esclusiva dello Stato ai sensi dell’art. 117, secondo comma, lettera q), Cost.” (Ordinanza n. 4/21).
De Luca dichiarava che tale Card regionale forniva ai possessori delle agevolazioni nell’accesso ai servizi e restrizioni minori, senza mai specificare nel dettaglio cosa comprendessero tali agevolazioni; il Garante della Privacy specifica invece “che l’individuazione della certificazione verde quale condizione per l’accesso a ‘diversi servizi turistici, alberghieri, di wedding, trasporti, spettacoli, etc.’ non può essere prevista in un’ordinanza regionale, né demandata all’Unità di crisi di una Regione; ciò in quanto la competenza circa l’introduzione di misure di limitazione dei diritti e delle libertà fondamentali che implichino il trattamento di dati personali ricade nelle materie assoggettate alla riserva di legge statale e pertanto deve avvenire attraverso una disposizione che abbia le caratteristiche richieste dal Regolamento (art. 6, par. 4), previa acquisizione del parere dell’Autorità”.
Alla luce di tali considerazioni e di quanto indicato dal Ministro della Salute nella predetta nota del 6 maggio 2021, è palese che le “Card Regione Campania” non appaiono conformi a quanto richiesto a livello nazionale, anche in una prima fase di attivazione.
Problema grave per l’utilizzo di queste Card regionali è anche la mancata trasparenza e tutela della privacy, in quanto l’ordinanza del Presidente della Regione Campania non individua in modo puntuale i soggetti che trattano le predette informazioni e che possono accedervi, nonché quelli deputati a controllare la validità e l’autenticità delle certificazioni verdi, disponendo un sistema di rilascio e di verifica, difforme da quello individuato a livello nazionale e su cui sono stati forniti dei primi chiarimenti da parte del Ministero della salute con la richiamata nota del 6.5.2021.
La predetta ordinanza risulta inoltre priva dell’indicazione della titolarità dei trattamenti effettuati ai fini dell’emissione e del controllo delle predette certificazioni verdi.
Molti cittadini campani dopo l’entusiasmo iniziale, hanno subito constatato l’inutilità della Card regionale, quando ad esempio, hanno cercato di pranzare in un ristorante o assistere ad uno spettacolo cinematografico, convinti dalle promesse del Governatore, che la Card regionale fosse equivalente a quella dello Stato. Ebbene il QR code della Smart card regionale non è leggibile ai controlli, non consente l’accesso ai luoghi chiusi. Quindi inutile.
Queste “tecnologiche tessere” sono, quindi solo un souvenir di questo tragico momento da mostrare ai posteri.
Souvenir costato ai cittadini della Regione Campania, tre milioni di euro.
Valeria Pischetola
Ultimi articoli pubblicati
- Aumenti da oltre 7.000 euro per ministri e sottosegretari: e gli stipendi di infermieri, oss e operatori sanitari?
- Concorso per 640 infermieri in Veneto
- Concorso oss in Campania, 1.274 posti disponibili: al via le domande
- Amiloidosi cardiaca, atteso nel 2026 un nuovo farmaco che spegne il gene chiave della malattia
- Specializzazioni sanitarie: arrivano le borse di studio, ma gli infermieri restano esclusi
Lascia un commento