Lettera del Presidente Ipasvi di Bari Saverio Andreula a quotidiano sanità sul ddl denominato ‘Cambio generazionale in Sanità’, presentato al Senato su proposta delle senatrici Dirindin e Silvestro (PD)
Gentile Direttore, il 18 giugno di un anno fa sul sito della FNC Collegi IPASVI è stato pubblicata una notizia con il seguente titolo: Presentata a Torino una proposta di legge per “favorire la staffetta generazionale nella professione infermieristica”. Nel testo della notizia: “omissis …ieri, 17 giugno, a Torino il Consigliere regionale Nino Boeti, affiancato dalla Presidente del Collegio Ipasvi di Torino Maria Adele Schirru e dalla Presidente della FNC Ipasvi, Sen. Annalisa Silvestro, ha presentato la proposta di legge Norme per favorire la staffetta generazionale nella professione infermieristica… omissis”.
In sostanza il PD piemontese si è fatto promotore della presentazione di una Proposta di legge al Parlamento ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione (ddl d’iniziativa delle regioni) dal titolo : “Norme per favorire la staffetta generazionale nella professione infermieristica”. Il testo del disegno di legge attribuito al PD del Piemonte è virgola più, virgola meno, identico a quello del disegno di legge di cui la Presidente Senatrice Annalisa Silvestro si attribuisce la paternità.
Sull’argomento la vostra testata giornalistiche ha dato molta luce aprendo un’interessante dibattito, ospitando alcuni articoli interessanti a cui certamente si aggiungeranno altri. Di particolare e significativo interesse le valutazioni espresse dal Prof. Ivan Cavicchi sempre attento al mondo delle professioni sanitarie e alla loro auspicata “coevoluzione”, concetto che condivido pienamente.
Vorrei aggiungere, alle considerazioni forbite e puntuali del Prof. Ivan Cavicchi e a quelle successive del consigliere dell’ordine dei medici di Bari, Antonio Amendola, che ha espresso perplessità applicative delle nome poste dal ddl, pienamene e ampiamente condivisibili, le mie:
1- il disegno di legge e argomentato come se fosse un contratto di solidarietà per una azienda in crisi ma trattandosi di una norma di carattere nazionale è di improbabile e difficile applicazione soprattutto se riferito ad una sola professione;
2- il disegno di legge ai fini pensionistici considera che l’infermiere senior 36 mesi, prima del collocamento in pensione, accetti volontariamente la riduzione non superiore al 50% delle ore lavorative (perdendo il 50% della retribuzione) mentre ai fini della pensione viene riconosciuto l’intera retribuzione (dove si prendono i soldi per la copertura contributiva?);
3- il disegno di legge in ordine alla copertura contributiva per la pensione nulla dice sul trattamento di fine servizio (attualmente il trattamento di fine servizio, si calcola sulla retribuzione percepita negli ultimi 12 mesi di tempo pieno) formula di calcolo di fine servizio (retribuzione degli ultimi 12 mesi 80% diviso 15 anni di servizio) con la riduzione del 50% della retribuzione si riduce del 50% la liquidazione.
Premesso quanto precede mi viene spontaneo affermare che: il disegno di legge, evidentemente “populista”, della Senatrice Silvestro è quindi da considerare a “certificazione di origine controllata”.
Distinti saluti
Saverio Andreula
Presidente Collegio Ipasvi di Bari
FONTE: www.quotidianosanita.it
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