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Calabria, monta la protesta degli idonei contro la legge salva-precari

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Gli operatori sanitari che hanno superato un concorso sono scesi in piazza per rivendicare il proprio diritto al lavoro.

Dopo quello che annunciava per questa mattina una manifestazione di protesta organizzata al fine di rivendicare il diritto al lavoro degli idonei di tutte le categorie sanitarie, abbiamo ricevuto altri due comunicati dalla pagina Facebook denominata Idonei graduatorie oss-infermieri Calabria. Di seguito i testi completi.

Primo comunicato

L’hanno chiamata legge “salva-precari”, forse perché legge “salva-poltrone in cerca di voti in maniera anticostituzionale e calpestando i diritti degli italiani” era un tantino lunga? Quello che si sta per consumare nei prossimi giorni non è altro che l’ennesima pagina nera che si aggiungerà al libro della cattiva gestione politica regionale calabrese. Una legge che in tutta Italia, eccetto in Calabria, può essere etichettata con vari appellativi e aggettivi, ma in Calabria è solo ordinaria amministrazione. È normale amministrazione andare contro la Costituzione, contro il diritto di migliaia di professionisti e contro la legge dello Stato italiano.

Lunedì (oggi, ndr) il Consiglio Regionale voterà la legge “salva-precari”, e sappiamo tutti come andrà a finire, dal momento che i nuovi e vecchi politici calabresi non hanno una coscienza politica e non hanno il rispetto della legge. Lunedì la politica calabrese farà capire a tutta Italia l’inutilità di espletare concorsi per il reclutamento del personale. Lunedì la politica calabrese farà capire a milioni di professionisti quanto sia inutile studiare per poter passare le varie fasi concorsuali. Lunedì la politica calabrese darà l’esempio di come si distruggono i diritti sacrosanti delle persone.

Ormai è già da un decennio che la regione Calabria è in piano di rientro. Diversi commissari hanno tentato di risanare i conti del Sistema sanitario regionale, andando a sbattere contro un muro. Il nuovo commissario, generale Saverio Cotticelli, si è presentato ai calabresi dichiarando di essere “figlio del popolo, e al popolo bisogna dare la salute e la dignità; questa sarà una gestione della legalità”. Gestione della legalità che è andata a farsi benedire sin da subito, in quanto il commissario, insieme alle varie sigle sindacali, ha ben pensato di prolungare i contratti al personale sanitario a tempo determinato, nonostante vi fossero due graduatorie valevoli a tempo indeterminato e nonostante la legge vieti tutto ciò.

In nove mesi di commissariamento non abbiamo visto nemmeno l’ombra di un decreto per poter assumere personale sanitario. Non è stato in grado di farsi autorizzare nemmeno un posto per cercare di colmare la carenza di personale. Anzi, ha ancor di più aumentato il precariato nelle aziende. In questi nove mesi abbiamo sentito tante scuse da parte del commissario, partendo dal fatto che doveva fare una ricognizione del personale appena insediato per arrivare alle scuse del fabbisogno regionale. Eppure vi è una carenza cronica che tocca numeri esorbitanti, e a questa carenza si aggiungono le centinaia e centinaia di pensionamenti arrivati con “quota 100”.

Ma il generale Cotticelli da che parte sta? In una dichiarazione in prima battuta esprimeva parere negativo e parlava di anticostituzionalità per quanto riguarda la riforma “salva-precari” e diceva che la stessa sarebbe stata bocciata, ma nello stesso momento non ha autorizzato le assunzioni dalle graduatorie, soffermandosi e giustificando la sua scelta dicendo che “il fabbisogno presentato al tavolo adduce di 500 unità, non rispecchia i pensionamenti”. Non è 500 l’ammontare dei pensionamenti, ma quanti saranno 400, 300, 200? Perché non autorizza quelli?

È ora di farla finita con le scuse e con il prendere tempo. È ora che il commissario faccia il lavoro per il quale è stato nominato dal Governo, rispettando la legge ed evitando di continuare a calpestare i diritti dei professionisti che con sacrificio, studio e duro lavoro hanno passato le varie fasi concorsuali, andando a conquistare un sacrosanto diritto. Mentre si perde tempo, in Calabria si muore ancora per parto, si muore facendo ore di attesa nei vari pronto soccorso, in quanto non vi è personale a sufficienza per poter svolgere al meglio il proprio lavoro.

Domani alle 10 (oggi, ndr) scenderemo in piazza per gridare ad alta voce l’ennesima furbata della politica calabrese. Nessuno può ledere i nostri diritti. Faremo tutto ciò che è indispensabile affinché sia rispettata la legge e fino quando tutte le graduatorie a tempo indeterminato non saranno state assorbite dalle varie aziende. Non ci fermeremo dinnanzi a niente e, se ci sarà da combattere, noi combatteremo sia in sede legale sia in tutte le piazze interessate.

Secondo comunicato

Precaria legalità: ecco il nuovo corso della politica calabrese! Una scellerata campagna mediatica, iniziata e pilotata da una certa parte della politica calabrese e caldeggiata da sindacalisti di ogni sigla, inspiegabilmente convinti di poter fare con la sanità pubblica il buono e il cattivo tempo, e culminata con la proposta di legge salva-precari, approvata dalla commissione regionale nei giorni scorsi.

Così accade, ad esempio, che con tre graduatorie oss già approvate e un concorso in via di espletamento un esercito di idonei sia costretto a guardare mentre si calpesta la Costituzione e si avanzano proposte di legge a tutela del lavoratori precari in vista di una fantomatica stabilizzazione. Accade che, nonostante lo sblocco delle assunzioni, le graduatorie siano ferme da mesi, che ci si faccia beffe della legge sul pubblico impiego, delle diffide, delle legittime istanze di chi ha investito tutto il proprio futuro su quel numero in graduatoria, guadagnandoselo con fatica e per merito, riponendo fiducia nella giustizia e nei diritti garantiti dalla Costituzione. Questa non è una guerra tra poveri. Questa è una guerra tra la legge italiana e la politica calabrese! Bisogna solo decidere da che parte stare! 

Lunedì (oggi, ndr) gli idonei e aventi diritto calabresi dimostreranno all’Italia intera da che parte sta la giustizia e, se non otterranno immediate rassicurazioni e risposte concrete, adiranno le vie legali per tutelare sotto ogni profilo la propria posizione. Insieme e uniti, gli idonei delle graduatorie di tutte le professioni sanitarie scenderanno in piazza per far sentire la loro voce per troppo tempo ignorata: i dirigenti biologi presenti nella graduatoria crotonese da aprile costretti loro malgrado a cedere al compromesso di contratti a tempo determinato; gli oltre 200 infermieri della graduatoria di Cosenza in attesa di chiamata dal dicembre 2018; quelli della graduatoria del Pugliese-Ciaccio, di cui solo la metà in servizio; gli oss delle graduatorie di Reggio Calabria in attesa da due anni; i 173 del Pugliese-Ciaccio di Cosenza; gli oltre 200 di Vibo Valentia che hanno creduto alle parole che il commissario ad acta Cotticelli, lo scorso 8 maggio, aveva pronunciato, decretando la necessità di scorrere le graduatorie in ordine cronologico e precludendo peraltro la possibilità alle Ao di indire nuove procedure concorsuali fino al loro totale smaltimento.

Siamo stati sotto assedio per lungo tempo. Stavolta non serve avere dalla propria le armi mediatiche. A nulla gioveranno le promesse da campagna elettorale. Le munizioni sono finite: è l’ora della resa dei conti.

Redazione Nurse Times

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