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Burnout, gli infermieri che ne soffrono sono spesso soggetti a errori

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Burnout, gli infermieri che ne soffrono sono soggetti a errori
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È quanto emerge da uno studio condotto su 1.790 soggetti. Oltre il 50% di loro è vittima di stress da lavoro.

Uno studio pubblicato sul Journal of Occupational and Environmental Medicine ha analizzato la relazione tra malessere psicofisico degli infermieri e probabilità di commettere errori. Ne è emerso che alcuni stati di malessere (burnout, esaurimento emotivo e depressione), derivanti dallo scarso equilibrio tra lavoro e vita privata, incidono su una percentuale molto elevata di medici, infermieri e altri operatori sanitari, generando un considerevole rischio di suicidio rispetto alla popolazione generale.

Per questo motivo, secondo la National Academy of Medicine, i dirigenti ospedalieri dovrebbero “costruire una cultura del benessere e attuare strategie per sostenere e migliorare la salute fisica e mentale del personale sanitario”. Già, perché lo stress degli infermieri scaturisce anche dalle pressioni legate a una professione con alta richiesta e sulla quale il controllo è spesso scarso. Basti pensare a tutte le decisioni organizzative che arrivano dall’alto e impattano sulla pratica clinica.

Lo studio è stato condotto su 1.790 infermieri, che hanno risposto ai quesiti contenuti in un questionario. Oltre la metà di loro (54%) ha ammesso uno stato fisico e mentale non soddisfacente, e circa un terzo ha dichiarato di percepire un certo grado di depressione, ansia o stress, mentre una “buona qualità della vita professionale” è prerogativa di una percentuale inferiore al 50%. Inoltre, metà degli infermieri ha riconosciuto di aver commesso almeno un errore medico negli ultimi cinque anni.

Significativo, dunque, il legame tra scarsa salute mentale ed errori. Gli infermieri affetti da depressione e sindrome di burnout, infatti, presentano una probabilità maggiore (fino al 71%) di commettere errori rispetto ai colleghi che non presentano malesseri psico-fisici. Errori che oggi, in America, rappresentano la terza principale causa di morte e colpiscono il 50% circa dei pazienti ospedalizzati. In conclusione, la condizione di burnout, influendo sulla qualità dell’assistenza, contribuisce alla scarsa sicurezza dei pazienti stessi.

Redazione Nurse Times

 

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