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Bonus per i sanitari di confine e tassa per i vecchi frontalieri: un doppio provvedimento che divide

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Bonus per i sanitari di confine e imposta per i vecchi frontalieri: un doppio provvedimento che divide
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Esultano gli Opi di Como e Varese, che vedono nell’incentivo agli infermieri un possibile freno alla fuga verso la Svizzera e, di conseguenza, una speranza di trattenere risorse umane su un territorio gravato dalla cerenza di personale. Levata di scudi, invece, dai rappresentanti dei frontalieri, che chiedono lo stralcio del provvedimento dalla bozza della Legge di Bilancio.

Continua a far discutere la doppia misura contenuta nell’articolo 50 della bozza della nuova manovra finanziaria: da un lato un’indennità per infermieri e medici di confine, finalizzata a frenare la fuga del personale sanitario verso la Svizzera; dall’altro un’imposta a carico dei vecchi frontalieri (tutti i residenti nella fascia di confine che lavorano nella Confederazioe Elvetica, compresi gli stessi operatori sanitari), finalizzata a finanziare proprio quel bonus.

Degli 80mila frontalieri in Svizzera, circa 5mila sono infermieri. Il benefit dovrebbe incentivare il personale sanitario di confine a restare in patria. Il rovescio della medaglia rappresenta però una stangata per i vecchi frontalieri: una tassa tra il 3 e il 6% del reddito. L’imposta potrà variare a seconda della decisione che prenderanno le singole Regioni di confine.

Differenti le reazioni al doppio provvedimento. Giuseppe Chindamo e Aurelio Filippini, rispettivamente presidente di Opi Como e Opi Varese, considerano il benefit come “una possibilità per trattenere risorse sul territorio”, segnalando una carenza di 400 professionisti tra le due province.

“In attesa del rinnovo del Contratto nazionale, che si auspica vedrà riconosciuta la professionalità con un incremento economico adeguato – dicono -, questa iniziativa risponde alle numerose interlocuzioni che gli Ordini delle professioni infermieristiche delle aree di confine hanno portato alla politica lombarda per provare a valorizzare i professionisti che continuano a sostenere la salute dei nostri cittadini in condizioni lavorative non ottimali”.

Dai referenti nazionali dei frontalieri arriva invece una levata di scudi. “Chiediamo di stralciare la nuova e contraddittoria norma contenuta nella bozza della prossima Legge di Bilancio, ai fini del diritto alla sanità universale dei lavoratori frontalieri in Svizzera – Giuseppe Augurusa (Cgil), Marco Contessa (Cisl) e Pancrazio Raimondo (Uil) -. Ci saremmo aspettati almeno un confronto col Governo su questo tema. I frontalieri, attraverso i ristorni, pagano le tasse anche in Italia, e la misura non è accettabile”.

Redazione Nurse Times

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