La denuncia arriva dal segretario regionale della sigla sindacale, Christian Ruiu, e dal segretario aziendale Umberto Bonanno.
“Nonostante il piano assunzioni/cessazioni presentato in Regione Emilia Romagna per il personale del comparto, con 62 cessazioni (37 infermieri, 15 oss) e 64 assunzioni (39 infermieri, 17 oss) e con un saldo assunzioni/cessazioni 2017 di +2 unità, all’Istituto Ortopedico Rizzoli si è pensato bene di eliminare il secondo ferrista presente in equipe operatoria e sostituirlo con la figura dell’operatore sociosanitario”. Lo denunciano in una nota divulgata alla stampa il segretario regionale UIL FPL, Christian Ruiu e il Segretario Aziendale UIL del Rizzoli, Umberto Bonanno.
Continuano i sindacalisti: “Siamo molto preoccupati da questa scelta della direzione infermieristica, che mette in seria difficoltà sia l’infermiere che l’oss, soprattutto per quando riguarda un eventuale contenzioso legale. La figura dell’oss, infatti, non è formata per svolgere il lavoro di ferrista, essendo una figura di supporto. Le responsabilità legali sono ben definite dalla Legge Gelli-Bianco n. 24 del marzo 2017. Per svolgere il lavoro di ferrista in sala operatoria, l’infermiere necessità di adeguata formazione”.
L’infermiere strumentista è il professionista sanitario responsabile della preparazione, della corretta gestione e della verifica iniziale e finale di tutti i dispositivi e i materiali utili a un intervento chirurgico in sala operatoria. Lo strumentista è oggi, al pari di tutti gli altri, un infermiere. Come tale, è in possesso della laurea in Infermieristica, conseguita dopo aver completato il relativo ciclo di studi presso una facoltà o scuola di Medicina e chirurgia.
“Le scelte di questa direzione infermieristica sono state effettuate, ancora una volta, senza aver sentito il parere di tutte le organizzazioni sindacali, privilegiando solo qualche sigla vicina”. Secondo i sindacalisti, in caso di assenza degli infermieri, anziché mettere in turno un coordinatore, si utilizzano gli oss. “Ma se è prevista una seduta operatoria in libera professione, gli stessi sono misteriosamente presenti nell’equipe operatoria”, conclude la nota di Bonanno e Ruiu.
Redazione Nurse Times
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