L’intervento, che ha provocato la reazione dell’Ordine dei medici, sarebbe al vaglio anche della Federazione nazionale Collegi Ipasvi. Il protagonista di questa storia è anche consigliere Ipasvi
BOLOGNA – Un file audio, una denuncia anonima, una lezione controversa: gli elementi di giallo ci sono tutti, se non fosse che la storia sulla quale, da un po’ di settimane è calato il silenzio, è realmente accaduta nel corso di laurea in infermieristica della università di Bologna.
Tutto prende spunto da una lezione ai futuri infermieri tenuta da un docente che è anche consigliere dell’Ipasvi di Bologna: si parla di emergenza/urgenza e tra i casi di specie che vengono portati all’attenzione degli studenti c’è quello di un intervento (mentre si è in servizio con il 118) per una paziente di 95 anni, allettata da tre, colta da infarto.
Qui la lezione, secondo quanto emergerebbe dal famigerato audio, una piega tutt’altro che tecnica ma etica e deontologica: cosa fareste voi infermieri in quel caso, viene chiesto agli studenti.
Anzi gli studenti, nel corso della lezione, sarebbero stati messi di fronte ad un bivio più stringente: quel paziente lo rianimereste o no?
Domanda legittima, spiega il docente infermiere, perché bisognerebbe chiedersi qual è il beneficio che ottiene quel paziente in termini di qualità della vita se fosse rianimato. Domanda inquietante, probabilmente, ma che come avrebbe ammesso il docente durante la lezione, non ha una risposta corretta o non corretta, almeno dal suo punto di vista.
Perché “in Italia la vita è sacra e l’infermiere deve tentare di salvare il paziente” spiega il dottor Mauro Di Fresco, presidente dell’associazione avvocatura di diritto infermieristico.
In pratica non è una questione di coscienza, come avrebbe fatto intendere il docente infermiere, ma di legge: andare a decidere le sorti di un paziente incosciente, significherebbe sostituirsi alla volontà dello stesso e questo rappresenterebbe un illecito.
In linea teorica il docente infermiere potrebbe aver commesso anche apologia di reato con quella lezione un po’ fuori dalle righe.
“Dal punto di vista disciplinare meriterebbe un procedimento” aggiunge Di Fresco.
Per questo l’audio di quella lezione, con tanto di denuncia anonima, è finito all’attenzione dell’Ordine dei Medici e della Federazione nazionale collegi Ipasvi, anche se c’è chi ha già assolto il docente infermiere e consigliere dell’Ipasvi di Bologna, come il presidente dello stesso Ente, Pietro Giurdanella che, sulla vicenda, in una dichiarazione rilasciata ad un quotidiano locale ha sottolineato: “Per noi non c’è nulla di rilevante dal punto di vista deontologico”.
Difesa d’ufficio, inevitabile.
Salvatore Petrarolo
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