Un progetto dell’Ausl che ha come obiettivo quello di ridurre le attese in pronto soccorso: l’introduzione di un infermiere ‘flussista’, la cui funzione sarà quella di ‘smistare’ i pazienti, ottimizzando così il servizio
Ridurre drasticamente i tempi di attesa al pronto soccorso, finiti ultimamente sotto accusa a causa dei picchi d’accesso provocati dall’influenza: “I codici gialli vogliamo che siano presi in carico entro 30 minuti e i codici verdi entro 60, adesso invece abbiamo tempi di attesa medi di un’ora o un’ora e un quarto, anche quasi due ore a seconda dei giorni e dei momenti della giornata”.
È dichiarando questo obiettivo che Andrea Longanesi, direttore sanitario del Maggiore, ha annunciato delle iniziative potenzialmente in grado di ottimizzare i tempi e di migliorare il servizio all’interno del dipartimento di emergenza e accettazione: la ristrutturazione di una nuova area, il potenziamento del personale e l’introduzione di un infermiere ‘flussista’, la cui funzione è quella di dirigere, smistare e assistere il ‘traffico’ dei pazienti in attesa.
“A marzo attiveremo questa nuova area dove tratteremo i pazienti in codice rosso e giallo, cioè quelli più gravi”, dove i pazienti potranno essere assistiti “non più separatamente nei singoli ambulatori, ma contemporaneamente, insieme, in quest’area, dove saranno anche monitorati e in questo modo pensiamo di ridurre molto i tempi di attesa”, dichiara Longanesi.
Che poi continua: “Un’innovazione molto importante”, per il Maggiore, la cui ristrutturazione è costata alcune centinaia di migliaia di euro e “che comporta anche una revisione organizzativa dei turni di lavoro e delle presenze di personale”. In quale Unità avverrà questo potenziamento del personale non si sa ancora, “lo stiamo discutendo in questi giorni e ne parleremo poi con le organizzazioni sindacali”, puntualizza il direttore sanitario.
E poi c’è lui: l’infermiere ‘flussista’. Chi è?
“Un infermiere in grado di orientare e dirigere il traffico dei pazienti nei vari ambulatori e soprattutto di prenderli in carico anche nel periodo di attesa, monitorandoli e controllandoli. Un’innovazione dell’assistenza che vogliamo assolutamente mettere in atto entro un mese”, afferma il manager.
Una stravaganza della Direzione del Maggiore?
Insomma dopo l’infermiere “collaboratore di sala” (VEDI), gli stewart/hostess (VEDI)…compare questa nuova figura professionale che non valorizza assolutamente le competenze infermieristiche!
Forse basterebbe assumere più personale infermieristico e revisionare l’organizzazione del servizio adeguandole ad altre realtà italiane che hanno superato le spinte conservatoristiche di alcuni, offrendo un servizio migliore ai cittadini.
A tal proposito invitiamo la Direzione del Maggiore a considerare l’organizzazione secondo il modello “See and Treat” (VEDI), “Fast Track” (VEDI), oppure avviando una seria politica di potenziamento dei servizio territoriali (VEDI), sviluppando e favorendo l’apertura delle “Case della Salute”…
Vedremo, nel tempo, in cosa consisterà questa nuova figura e quanto sarà realmente utile a diminuire i tempi di attesa nei nostri pronto soccorso…
Fonte: Corriere di Bologna
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