Il personale del 118 è invitato a non “sbarellare” i pazienti senza consenso del medico di reparto. Per Saverio Andreula, presidente dell’Ordine degli infermieri barese, si tratta di una disposizione incomprensibile e potenzialmente pericolosa.
Uno strano foglio è comparso su una parete interna del Pronto soccorso all’ospedale “Di Venere” di Bari Carbonara (vedi foto). Un “avviso” che intima al personale del 118 di non “sbarellare” i pazienti senza previo consenso del medico di reparto. Sulla questione è intervenuto Saverio Andreula, presidente di Opi Bari, indirizzando ai vertici dell’ospedale e dell’Asl Bari, alla Presidenza della Regione Puglia, nonché al personale infermieristico interessato, una richiesta di chiarimenti per quella che definisce “una comunicazione di servizio incongruente e indecifrabile”. Di seguito il testo completo.
Pervengono all’attenzione di questo Ordine professionale alcune foto, che in copia si allegano, riguardanti l’affissione, all’interno del Pronto soccorso dell’ospedale Di Venere di Bari, di una nota intestata come “Avviso”, che reca in calce le credenziali del firmatario (dott. V. Fortunato – Direzione medica del P.O. “Di Venere” di Bari Carbonara – Asl BA). Di seguito il testo. “Il personale del 118, ambulanze pubbliche o private, è tenuto a evitare di sbarellare il paziente senza il consenso del medico di Pronto soccorso”.
Poiché l’avviso, per i contenuti che esprime, è a tutti gli effetti di legge da ritenere una disposizione di servizio che si rivolge indistintamente a tutto il personale sanitario che opera nel servizio di emergenza urgenza 118, dovrebbe contenere una data, un numero di protocollo, precisazioni sui destinatari della stessa, ma anche e soprattutto una motivazione urgente per la quale la disposizione è impartita. L’unico elemento che connota l’avviso è la firma e la qualifica del firmatario. Inoltre l’avviso, per dove affisso (locali in disponibilità dei cittadini) è di pubblico dominio, e per tale circostanza espone il personale del servizio 118 di ogni ordine e grado all’arbitrio degli assistiti e dei loro parenti, e può scatenare comportamenti inconsulti qualora disatteso.
Spontaneo è chiedere: a) Si è certi che la disposizione di servizio sia attuabile nella forma descritta, escludendo da ogni forma di azione autonoma e professionale i medici e gli infermieri del servizio 118, ed escludendo gli stessi da responsabilità? b) Si è certi che tale disposizione non contrasti con il necessario coordinamento di azione tra il personale del 118 e l’organizzazione ospedaliera che accoglie in urgenza il caso clinico in regime emergenziale? c) Si è certi che il codice colore dell’urgenza sia analogamente considerato rispetto alla disposizione?
A nostro avviso, il “poster”, incomprensibile nella forma e nella sostanza, può determinare, per le ragioni su esposte, gravi rischi per il personale sanitario del servizio 118, minando la sua autonomia e ponendolo in una condizione di gravissima inadempienza di rilievo penale (c.p. art. 340) nel momento in cui un ritardato “sbarellamento” determini esiti non auspicabili, soprattutto per la sottrazione dell’equipaggio alla sua azione di presidio di emergenza urgenza sul territorio.
Tanto premesso, a tutela di tutti, si chiede un autorevole intervento della S.V. per indurre la direzione sanitaria del P.O. “Di Venere” a migliori azioni a tutela delle “buone pratiche”, nel solco che l’ordinamento sanitario impone ai dirigenti sanitari.
Redazione Nurse Times
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