Svolto in contemporanea con la Giornata mondiale contro l’Aids, l’evento si propone di divulgare le nuove evidenze, favorire l’uso della PrEP e, soprattutto, contrastare la diffusione del virus.
AIDS, TRA I SUCCESSI DELLA RICERCA E LA PERSISTENZA DELLO STIGMA – La ricerca scientifica ha condotto a una terapia che garantisce alle persone con HIV una vita lunga e qualitativamente buona, ma l’interruzione della cura comporta ancora l’inesorabile ripresa della replicazione del virus. Se l’eradicazione del virus è oggi impossibile, anche la cosiddetta cura funzionale (una terapia, cioè, che possa essere sospesa dopo un periodo, senza che la malattia riparta) è ancora molto lontana. Un vaccino preventivo efficace non è ancora disponibile, anche se dati recenti consentono di sperare in nuovi sviluppi della ricerca in questo campo.
Il Piano nazionale AIDS, varato esattamente due anni fa, è lontano dal trovare una sua applicazione soddisfacente in tutte le regioni. “Le persone in trattamento antiretrovirale in Italia sono circa 112mila. – spiega il prof. Massimo Galli,past president SIMIT (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali) –. In grande maggioranza, con punte ben oltre il 90% nei centri maggiori, presentano una viremia stabilmente non misurabile, come effetto di una terapia efficace e correttamente assunta. Con una viremia negativa è scientificamente provato che l’infezione non può più essere trasmessa, ma lo stigma contro le persone sieropositive rimane ben vivo, figlio di un’ignoranza che l’insufficiente informazione mantiene inalterata. Circa il 70% delle persone che vivono con HIV/AIDS ha un lavoro regolare ed è completamente inserita nel tessuto sociale. Sono persone affette da una malattia cronica che non rispondono in alcun modo all’immagine che sopravvive nella testa di molti, un’immagine di marginalità e di esclusione. La minoranza più fragile, fatta soprattutto di immigrati, di tossicodipendenti attivi, di persone con disagio sociale e psichico, è l’ambito in cui è fondamentale intervenire per garantire il mantenimento in cura”.
ANLAIDS, CONGRESSO A BARI – L’AssociazioneItaliana per la lotta contro l’AIDS – ANLAIDS ha aperto oggi la sua due giorni a Bari con il XXXII Congresso Nazionale. ANLAIDS è la prima in ordine di tempo tra le Associazioni contro l’AIDS costituite nel nostro paese; adesso intende riaffermare la necessità di una lotta che non ha perso negli anni nessuna delle principali motivazioni. I dati da poco pubblicati dall’ISS pur evidenziando una diminuzione di nuove infezioni da HIV; mette in luce il dato di alcune popolazioni chiave che hanno la maggiore percentuale di incidenza di nuove infezioni e il maggior numero di accessi al test.
È dunque necessario continuare a divulgare le evidenze scientifiche del successo delle terapie ARV, che consentono il risultato di U=U,Undetectable=Untransmittable, ossia Non rilevabile=Non trasmissibile, l’espressione utilizzata per affermare che l’HIV non viene trasmesso all’interno di coppie in cui un partner è HIV positivo e uno HIV negativo se la viremia del partner HIV positivo non è più determinabile nel sangue, grazie alla corretta assunzione di una efficace terapia antiretrovirale. La Consensus Conference dello scorso 12 novembre ha dichiarato che non c’è trasmissione di virus se si è in terapia da 6 mesi e la carica virale è soppressa. Un successo strepitoso che cambierà lo scenario della società moderna. In questo discorso sono incluse le strategie PrEP e PEP, le quali, se assunte correttamente, garantiscono la non trasmissione dell’HIV tra persone sierodiscordanti.
“Esistono tuttavia persone che non sanno nulla di Hiv/Aids e persone che vivendo anche di frequente pratiche rischiose per la trasmissione dell’infezione non si “testano”, di fatto rendendosi vulnerabili ad acquisire e a trasferire Hiv – sottolinea Bruno Marchini,presidente ANLAIDS –. A rischio continuano a essere alcune pratiche sessuali non protette, trasversali alle classificazioni di genere e di orientamento o di preferenza sessuale e al dato anagrafico. Dobbiamo riuscire ad arrivare di più nella popolazione generale sui comportamenti: sia di eventuale rischio che di tutela pressoché certa. Noi di Anlaids continuiamo quindi a diffondere e a divulgare l’importanza della corretta informazione sulla prevenzione, dell’utilizzo del profilattico, dell’accesso al test come routine, dell’ingresso e della permanenza per tutte e per tutti nel trattamento farmacologico efficace, della centralità della persona negli interessi di cui trattiamo. L’obiettivo è contrastare la diffusione di Hiv ed evitare nuove diagnosi di Aids”.
“Ai progressi in campo medico e scientifico non sono seguiti quelli in ambito sociale – ammonisce il professor Sergio Lo Caputo, professore associato di Malattie infettive presso l’Università di Foggia –. Spesso le persone sieropositive vengono discriminate senza alcun motivo. La decisione del mondo scientifico e di quello delle associazioni dei pazienti di informare la popolazione generale che l’infezione non può essere trasmessa se si assume correttamente la terapia è diretta ad eliminare definitivamente una paura infondata di contrarre l’infezione da HIV. Ma l’epidemia da HIV in Italia non è terminata. Efficaci campagne di educazione sanitaria e un aumento dell’offerta a effettuare il test HIV sono le misure urgenti e necessarie per arginare l’epidemia. ANLAIDS dalla sua fondazione è impegnata nel fornire una corretta informazione con programmi di educazione sanitaria diretta ai giovani coinvolgendo clinici e volontari. Il convegno nazionale rappresenta un momento di incontro tra comunità scientifica, volontariato e popolazione per costruire ulteriori armi nella lotta all’HIV/AIDS”.
INFORMAZIONE E PREVENZIONE SONO ANCORA INSUFFICIENTI – La lieve riduzione delle nuove diagnosi di infezione nel 2018 riportata dall’Istituto Superiore di Sanità, con un’incidenza di nuove diagnosi in Italia (4.1 per 100.000 abitanti) pari o lievemente inferiore alla media europea è un dato interessante e forse favorevole. “Ma le nuove diagnosi hanno ancora riguardato in maggioranza infezioni non recenti – ha evidenziato il prof. Galli. – Non ci è dato di sapere se il numero di test da cui derivano queste diagnosi sia pari, superiore o inferiore a quello degli anni precedenti. L’accesso al test e la sua attuazione precoce rimangono quindi un punto cruciale su cui si misurano gli interventi di prevenzione. Secondo le stime correnti, in Italia le persone non consapevoli di essere infettate da HIV sono circa 17mila: migliaia di persone ‘sfuggite’ al test, a una diagnosi e a una terapia precoce. Ogni giorno – stando alle stime del 2017 – si infetterebbero in Italia più di sette persone, circa 52 ogni settimana. Molte di queste infezioni avverrebbero nel contesto di alcune popolazioni chiave, rimaste escluse da veri interventi mirati di prevenzione”.
L’impiego della PrEP – garantito in Francia dallo stato – in Italia è supportato, in due sole città, Milano e Bologna, dalle sole Associazioni di volontariato, tra cui ANLAIDS, e della Community LGBT. Tra le nuove diagnosi di infezione, una parte rilevante tra i casi con infezione relativamente recente è rappresentata da giovani maschi che fanno sesso con i maschi (MSM). “Ciò sottolinea la necessità di programmi di prevenzione rivolti ai giovani MSM, a cui manca completamente l’esperienza della malattia, così come si presentava negli anni terribili, e che possono a volte sottovalutare il rischio – dichiara Bruno Marchini –. Molto quindi resta da fare ed è su tutto questo che ANLAIDS intende continuare nel suo impegno, in alleanza con le altre associazioni di volontariato, con i medici e con tutti coloro che assistono e sostengono le persone sieropositive e sono impegnati nella prevenzione. Aver visto rinascere a Bari una nuova sezione dell’Associazione, che ospita questo nostro congresso, è un’ulteriore sostegno nell’affrontare le nuove sfide che la lotta all’AIDS impone”.
Redazione Nurse Times
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