Quattro morti per legionella tra il 2018 e lo scorso agosto al Policlinico di Bari. Per questo, i Nas hanno sequestrato il più recente edificio del più grande ospedale pubblico pugliese (Asclepios) e quello (Chini) che ospita alcune cliniche mediche, ipotizzando a carico del direttore generale Giovanni Migliore e di altre quattro persone il concorso in omissione di atti d’ufficio e la morte come conseguenza di altro delitto: i manager del Policlinico e i dirigenti della direzione sanitaria avrebbero omesso di effettuare la bonifica che era stata ordinata dal Dipartimento di Prevenzione della Asl di Bari.
Secondo le indagini dei Nas, scrive lagazzettadelmezzogiorno.it., il Policlinico sapeva della presenza della legionella perché aveva in mano i risultati delle analisi effettuate sull’acqua prelevata dai rubinetti eppure non avrebbe proceduto alla bonifica.
“La Regione – ha commentato l’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco – ha interesse all’accertamento della verità dei fatti, fermo restando il diritto degli indagati di esercitare la propria difesa e quello della Procura di svolgere il proprio compito di accertamento dei fatti anche in nome delle persone che hanno perso la vita e dei loro cari. In questo momento di emergenza sanitaria, alla Regione Puglia preme di non perdere la disponibilità di risorse fondamentali come i padiglioni Chini e Asclepios, in quanto essenziali per la tenuta della rete ospedaliera Covid e non Covid. E si aggiunga inoltre la preoccupazione – sottolinea Lopalco – per la conseguente disarticolazione della direzione strategica del più importante ospedale della Puglia. Attendiamo dalla Procura ogni indicazione necessaria per mantenere la facoltà d’uso dei reparti ospedalieri sequestrati e siamo disponibili per ogni intervento necessario ad assicurare la continuità assistenziale”.
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