La comunicazione, firmata dal responsabile Basilio Fimiani, riguarda il reparto di Medicina. “Il personale infermieristico deve garantire le stesse funzioni degli operatori socio-sanitari”. Come sempre accade, l’emergenza ha il sopravvento sul demansionamento.
NOCERA INFERIORE – L’avviso è perentorio: il personale infermieristico che lavora nel reparto di Medicina Generale del presidio ospedaliero “Umberto I” di Nocera Inferiore, si prepari a svolgere le mansioni degli operatori socio sanitari.
Per meglio precisare, gli infermieri in questo caso (ma non è la prima volta e non sarà neanche l’ultima) dovranno anche fare quello che, in pratica, toccherebbe agli Oss. La comunicazione firmata dal responsabile, il dottor Basilio Fimiani, è stata inviata nella giornata di venerdì 7 luglio a tutto il personale infermieristico e al coordinatore del servizio infermieristico del presidio ospedaliero di Nocera Inferiore, Gianfranco Ricci.
Poche righe nelle quali si comunica che “in mancanza degli Oss nel reparto di Medicina Generale, il personale infermieristico deve garantire le stesse funzioni degli Oss”. Inoltre, in mancanza degli operatori socio-sanitari, “i pazienti ricoverati in promiscuità non saranno spostati in altre stanze di degenza, salvo per disposizioni del medico”.
Poche righe, come detto, perentorie che fotografano una situazione di emergenza in piena stagione estiva, pagata a caro prezzo sul piano professionale, dagli infermieri. Manca il personale socio-sanitario e per gli infermieri scatta l’obbligo di sopperire a quelle funzioni (domestico-alberghiere?) che sono proprie degli Oss. In teoria si potrebbe parlare di demansionamento, in pratica non ci si potrà ribellare perché, appunto, ci si trova in una situazione di emergenza.
Una delle tante, troppe come se ne registrano nelle aziende sanitarie pubbliche italiane. Quanto accade a Nocera Inferiore conferma le recenti parole della presidente della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi, Barbara Mangiacavalli, a proposito dell’eccessivo sbilanciamento di presenze nelle strutture pubbliche tra infermieri e operatori socio sanitari: dal 2002 al 2015 a causa delle difficoltà economiche e del blocco del turn over è calato di 8765 unità il numero di infermieri, mentre quello degli Oss è aumentato di 22.846 unità. Uno sbilanciamento che, però, come ha denunciato la Mangiacavalli non “ha aiutato gli infermieri ad evitare attività che non gli competono”.
Fa specie che situazioni di questo genere si registrino in un territorio, come quello della provincia di Salerno, dove il presidente del Collegio Ipasvi, Cosimo Cicia è anche alla guida del coordinamento regionale dei Collegi della Campania. Che non abbia inciso a dovere nel diffondere (e difendere) la professione infermieristica?
Salvatore Petrarolo
Foto: web
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