L’efficacia del trattamento sarà testata direttamente in un contesto ambulatoriale.
Un team di ricerca del Centro Boggiano Pico, polo specializzato nel trattamento dei disturbi del neurosviluppo del Piccolo Cottolengo Genovese di Don Orione, collaborerà con l’equipe Social Cognition in Human-robot Interaction di IIT, guidato dalla ricercatrice Agnieszka Wykowska, per testare l’efficacia dell’utilizzo del robot iCub nel trattamento, direttamente in un contesto ambulatoriale, di bambini affetti da disturbo dello spettro autistico.
Il progetto è stato sviluppato grazie all’intuizione di poter utilizzare la ricerca e la tecnologia più avanzata al servizio della società in un contesto terapeutico. Nell’ambito di un intervento multidisciplinare e personalizzato, la sperimentazione prevede l’interazione tra il robot iCub e un gruppo di soggetti minori già inseriti nel percorso terapeutico del Centro Boggiano Pico, con l’obiettivo di stimolarli a sviluppare le loro capacità di comprendere il punto di vista altrui.
Le dottoresse Tiziana Priolo e Federica Floris, rispettivamente neuropsichiatra infantile e psicologa presso il Centro Boggiano Pico, che coordinano la sperimentazione per l’Opera Don Orione, hanno spiegato: “L’obiettivo è quello di verificare l’efficacia di nuovi protocolli di trattamento, integrando i modelli di riabilitazione raccomandati attualmente per il disturbo dello spettro autistico con interventi più specifici per le abilità sociali. A lungo termine la prospettiva è quella di ottenere nuovi strumenti che supportino l’equipe nella presa in carico dei bambini e degli adolescenti. La domanda alla quale vogliamo dare una risposta è: il robot e l’intelligenza artificiale possono diventare strumenti aggiuntivi con i quali acquisire nuove capacità?”.
Specifica la dottoressa Floris: “In concreto, io sono perfettamente in grado di descrivere la posizione degli oggetti rispetto a me stessa e, di conseguenza, rispetto a un altro soggetto. Per chi presenta un disturbo dello spettro autistico questa competenza potrebbe non essere così immediata. Acquisire la capacità di elaborare informazioni spaziali relative a un punto di vista differente dal proprio potrebbe aiutare a sviluppare competenze riconducibili all’ambito dell’empatia, come la conoscenza delle proprie emozioni, il loro controllo, il riconoscimento delle emozioni altrui e la gestione delle relazioni”.
I soggetti colpiti da autismo hanno difficoltà a intuire la prospettiva spaziale di chi si trova di fronte a loro, e proprio questo tipo di abilità è alla base di diverse competenze sociali. Il programma con iCub rappresenta un primo passo che darà il via a un percorso riabilitativo di complessità crescente che potrebbe aiutare i giovani pazienti ad acquisire gli elementi di base per l’interazione sociale, migliorando sensibilmente la qualità della loro vita.
Redazione Nurse Times
Fonte: Tech.icrewplay.com
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