Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Laura Rita Santoro, responsabile regionale del sindacato infermieristico.
Ci sono due modi per sentirsi superiori: esaltare se stessi o denigrare e umiliare gli altri. La guerra all’ospedale di Latina si fa tra poveri. Sono anni che seguo la situazione delle assunzioni all’ospedale di Latina, due gli ultimi bandi di mobilità quasi completamente nutilizzati, due i concorsi fatti nella Regione Lazio. Dopo almeno dieci anni di blocco del turnover, le assunzioni fatte rappresentano una coccia nel mare, rispetto alle reali necessità di personale infermieristico.
Nonostante le graduatorie di mobilità, dal concorso del Policlinico Umberto 1 la Asl Latina preferiva assumere a tempo determinato. Ora l’emergenza Covid ha generato un “miracolo” anche nella Asl Latina, che sta chiamando infermieri a tempo indeterminato dalla graduatoria del Sant’Andrea. Una sorpresa sospirata da molti e per molto tempo. Tra l’altro, la Asl Latina, sono anni che non si capisce come chiama! Abbiamo le graduatorie di
mobilità di gente esperta e in ruolo che giace!
Ora, ciò può porre in pericolo colleghi che erano in pianta organica, a tempo determinato, e stavano per raggiungere la soglia Madia. La loro preoccupazione è più che comprensibile, anche se, per essere assunti nel pubblico, è necessario vincere un concorso. Quello che non mi è piaciuto, è stato ascoltare colleghi che, per perorare la loro causa, screditano i
vincitori del concorso. Nei servizi e articoli che ho visto e letto si offendono i vincitori del concorso. Per perorare la causa degli infermieri precari gli stessi descrivono gli infermieri vincitori come poco preparati, appena laureati e inesperti.
Molti dei colleghi vengono da ogni realtà d’Italia! Molti non erano a casa a girarsi i pollici! Alcuni che lavoravano in reparti Covid, al Nord, hanno rinunciato al preavviso, accettando di pagare i danni dovuti pur di avvicinarsi a casa! E sono più esperti di noi infermieri del Lazio a proposito di Covid!
Non posso dimenticare una collega che dal Veneto, costretta dalla becera e discutibile direttiva della Regione Lazio, ha dovuto dimettersi senza preavviso, accettando di pagare una penale. D’altronde la Regione Lazio pretendeva l’accettazione del posto e la presa in servizio entro 3/5 giorni. Sono tutti preoccupati per l’emergenza Covid, ma nessuno si preoccupa di questi colleghi che, per non rinunciare al posto di lavoro, si stanno dimettendo repentinamente. Come se nella Regione Lazio avessero autorizzato le assunzioni, confidando nella non accettazione dei colleghi, nella speranza che i colleghi non siano disponibili a
rinunciare al preavviso, oppure facendo escludere con una modalità discutibile le donne in gravidanza o di recente puerperio.
Le forme d’incentivazione promesse compenseranno i mancati preavvisi? Ecco, denigrare costoro mi sembra inopportuno. Altri hanno lavorato nelle cliniche del Lazio, altri nelle società esternalizzate, che lavorano negli
ospedali pubblici e non. Molti, pur lavorando, sotto pagati, con una modalità di lavoro discutibile, hanno continuato a studiare, ad aggiornarsi. Ora sarebbero inesperti? Mi dispiace, ho letto “SUI CADAVERI DEI LEONI, FESTEGGIANO I CANI. CREDONO DI AVER VINTO, MA I LEONI RIMANGONO LEONI E I CANI RIMANGONO CANI”. Ma chi è chi?
Redazione Nurse Times
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