L’associazione di volontariato Le Rondini è un associazione senza scopo di lucro, apolitica e apartitica per la tutela dei malati gravi e gravissimi attiva nel territorio di Carbonia Iglesias. L’associazione riunisce familiari e malati colpiti da malattie rare ad alto impatto sociale: malattie che pongono in una condizione di invalidità permanente le persone che ne sono affette, che richiedono quindi assistenza continuativa da parte di un equipe professionale e interventi programmati articolati sui sette giorni anche per la necessità di fornire supporto alla famiglia e/o al caregiver. L’obiettivo primario dell’associazione è quello di migliorare le condizioni di vita dei malati e delle loro famiglie.
Questa redazione ha più volte sostenuto l’associazione nelle diverse forme di protesta messe in atto dalla stessa e continuerà a farlo. Riprendiamo un loro comunicato stampa a firma della loro presidente Franca Boi che annuncia una manifestazione permanente presso l’assessorato alla Sanità per mercoledì 10 AGOSTO DALLE ORE 10.00 (rinunciando alle ferie).
“Dopo aver siglato un accordo fra Assessorato alla Sanità, il personale della u.o di rianimazione del Sirai di Carbonia e del Santa Barbara di Iglesias e la dirigenza asl 7, che prevedeva l’avvio di un progetto sperimentale (una sperimentazione che esisteva e funzionava da anni fino a maggio del 2015) e che aveva finalmente restituito la serenità e la tranquillità a tutti i malati gravissimi, qualcosa non ha funzionato!
Il progetto sperimentale, che doveva durare quattro mesi per poi diventare definitivo,
è stato monitorato dal capo di gabinetto dott. Salis, e dall’associazione, entrambi, hanno riscontrato solo lati positivi con nuove proposte e migliorie da attivare. A distanza di quattro mesi, data in cui il progetto doveva diventare definitivo per i pazienti seguiti dalle due unità ospedaliere territoriali, accade l’incredibile.
La dirigenza asl 7 con il consenso dell’Assessorato, comunica all’associazione che il progetto verrà prorogato SOLO per altri quattro mesi (quindi non diventa definitivo) ed è riservato solamente ai pazienti iniziali (escludendo i nuovi ammalati). Non ci chiediamo il perché di tutto questo. Conosciamo già la risposta, basti pensare che abbiamo dovuto lottare 9 mesi per un diritto che ci è stato negato. In via esclusiva ci dovrebbe lusingare, ma non è così. Non esistono malati di serie A e serie B, forse per la dirigenza ASL, ma non per noi. Ma dietro tutto questo cosa ci sarà? Interessi??? O forse accordi???? Non ci è dato saperlo ma a noi non interessa. Invece interessa che ci venga riconosciuto un diritto, quello alla vita e una adeguata assistenza. La riunione, tenutasi il 25 luglio in presenza di tutti gli attori coinvolti, in cui la dirigenza asl ha preso nota delle migliorie da apportare, sembrava essersi conclusa positivamente.
Dopo 10 giorni, l’ennesima spiacevole sorpresa.
Ecco perché mercoledì 10 agosto saremo di fronte all’assessorato, con i nostri disabili. Chiederemo che il progetto diventi definitivo e che sia estensibile a tutti i pazienti gravi, che ne faranno richiesta. Non si può classificare i malati in serie A e B. Scioglieremo il presidio solo dopo una nota scritta in cui si rinnova definitivamente il progetto sperimentale a cui abbiamo avuto accesso sino ad ora, e in cui ci sia specificato che il progetto è aperto a tutti coloro che ne facciano richiesta”.
Redazione Nurse Times
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