Alessandro Vergallo, presidente dell’Aaroi-Emac, vuole smentire la teoria di un virus meno aggressivo:
“La curva epidemica si sta alzando e così anche il numero di persone ricoverate in terapia intensiva”, a spiegarlo è Alessandro Vergallo, presidente dell’Aaroi-Emac, nel tentativo di smentire le teorie che sostengono come il Coronavirus nCoV-2019 sia meno aggressivo.
“I malati di Covid-19 che vengono ricoverati in questi reparti non sono meno gravi di quelli arrivati a marzo o aprile”. A smentire l’ipotesi circolata durante l’estate è Vergallo, presidente nazionale dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani. Il virus non sarebbe dunque “mutato” in una forma meno aggressiva.
“La curva epidemica si sta alzando – spiega Vergallo – e così anche il numero di persone ricoverate in terapia intensiva“.
Ieri i contagi registrati sono stati 1695, con 121 ricoveri nell’unità intensiva.
“Non ci convince quanto detto da alcuni in questi mesi che il virus sia diventato meno aggressivo – prosegue – I casi in terapia intensiva hanno un’età media più bassa. Per fortuna siamo lontani dal livello di allarme rosso dei mesi di marzo e aprile, grazie al contenimento sociale“.
Il virologo Andrea Crisanti, durante un’intervista rilasciata a “Il Fatto Quotidiano”, aveva contestualizzato i nuovi dati sul contagio, da giorni sopra i 1500:
“I numeri ci dicono che c’è trasmissione del virus sul nostro territorio. Ma bisogna contestualizzare i dati: a febbraio e marzo i tamponi si facevano solo ai gravissimi, gli asintomatici non esistevano e il Cts non ne riconosceva l’esistenza. Ma i numeri di marzo non sono quelli di oggi: i dati Istat ci dicono che i casi di oggi sono 20 volte inferiori rispetto a quelli reali di marzo“.
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