Interessati 130mila dirigenti. La soddisfazione di Stefano Bonaccini, Sergio Venturi e Roberto Speranza.
È stato sottoscritto ieri, nella sede dell’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) il Contratto collettivo nazionale di lavoro dell’area Sanità relativo al triennio 2016-18. Dopo la firma dell’ipotesi contrattuale del 24 luglio, è stato definitivamente firmato il contratto che riguarda circa 130mila dirigenti medici, veterinari, sanitari e delle professioni sanitarie confluiti nella nuova Area dirigenziale della sanità.
“Dopo l’intesa sul Patto per la salute, un altro traguardo è stato raggiunto. Si tratta di un risultato molto importante per una categoria di professionisti che rappresenta un presidio di qualità e un fiore all’occhiello del nostro Servizio sanitario. Un ringraziamento particolare per l’apporto fornito va sia allo staff dell’Aran che alle organizzazioni sindacali”. Così hanno commentato il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini, e il presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità, Sergio Venturi (assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna).
“All’inizio dell’anno – hanno aggiunto – sembrava impossibile che si riuscissero a conciliare le diverse posizioni e che si potesse arrivare alla firma entro la fine dell’anno. È davvero un segnale importante per il Servizio sanitario e per i cittadini. Sappiamo che il contratto non risponde a tutte le aspettative delle categorie interessate, ma rappresenta davvero un passo avanti importante e tutt’altro che scontato. Lo consideriamo il preludio migliore per l’apertura della nuova stagione contrattuale”.
Il testo affronta in modo più sistematico i principali istituti contrattuali, dovuti a diversi interventi legislativi che si sono susseguiti nel tempo. Sono stati risolti diversi nodi, a partire dalle relazioni sindacali con una regolazione semplificata e unitaria della materia. Sono state ampliate e innovate alcune tutele, ad esempio quelle concernenti le gravi patologie che necessitano di terapie salvavita, le misure in favore delle donne vittime di violenza, le ferie e i riposi solidali per i dirigenti che debbano assistere figli minori bisognosi di cure. Un rilievo particolare è dato poi alla specialità di questa dirigenza, con un nuovo sistema degli incarichi per valorizzare la carriera dirigenziale, anche professionale, e nel relativo sistema di verifica e valutazione.
Sotto il profilo economico, il contratto prevede incrementi a regime del 3,48%, corrispondenti a un beneficio medio complessivo di poco più di 190 euro al mese. C’è anche una rivalutazione degli stipendi tabellari a regime di 125 euro al mese per tredici mensilità, a cui si aggiungono gli ulteriori incrementi che hanno interessato la parte accessoria del salario, con particolare attenzione agli istituti retributivi più direttamente correlati alla erogazione dei servizi (guardie mediche e retribuzione di risultato).
Questo, invece, il commento su Facebook del ministro della Salute, Roberto Speranza: “I nostri medici sono una risorsa preziosa per il Paese. Oggi finalmente è stato firmato, dopo oltre un decennio, il rinnovo del contratto ed è una bella notizia. Si riparte con gli aumenti salariali (circa 200 euro lordi in più in busta paga), con la valorizzazione della carriera, con le tutele ai più giovani e alle donne e con il sostegno per le situazioni di disagio. Si è andati a migliorare, in alcuni casi a raddoppiare, le indennità per i medici che fanno le guardie notturne e festive e che lavorano nei pronto soccorso. Poi ci sono gli aumenti del tabellare, gli arretrati contrattuali, l’aumento della posizione fissa e molto altro ancora”.
E ancora: “Ora i giovani medici precari possono cumulare i periodi di lavoro diversi e ottenere dopo 5 anni il primo scatto di 5.500 euro all’anno. E per i medici più anziani c’è la possibilità di essere esonerati dalle guardie. C’è ancora tanto da fare, ma con le risorse per il personale e le nuove assunzioni sbloccate in questi giorni abbiamo dato risposte concrete per migliorare la situazione nelle corsie. Va superato il ricorso ai turni massacranti per garantire a tutti i medici l’effettivo riposo di 11 ore tra un turno e l’altro, va affrontato il nodo della RIA (retribuzione individuale di anzianità) e va approvata la legge contro le aggressioni al personale sanitario. Lo faremo tutti insieme per valorizzare e difendere il nostro SSN e la salute di tutti”.
Redazione Nurse Times
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