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Anziana sopravvive a 4 arresti cardiaci: la figlia ringrazia medici e infermieri

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Anziana sopravvive a 4 arresti cardiaci: la figlia ringrazia medici e infermieri
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È accaduto a Camposampiero (Padova). Grazie alla professionalità dei sanitari, la 71enne Silvana ha superato un’embolia polmonare e ora sta bene.

Quattro arresti cardiaci in serie, ma è ancora viva. Merito di medici e infermieri che ogni volta hanno fatto ripartire il suo cuore: due volte a casa, altre due sull’ambulanza che ha trasportato la paziente all’ospedale di Camposampiero (Padova). È una storia lieto fine, quella della 71enne Silvana, risalente al 4 settembre scorso, ma raccontata solo oggi dalla Ulss 6 Euganea, che allega una lettera di Ornella, la figlia dell’anziana, riconoscente per il “miracolo”.

Eccone un estratto: “La tempestività dei soccorsi, la professionalità del personale e un pizzico di fortuna hanno permesso che una diagnosi di embolia polmonare massiva venisse subito individuata e curata. Ritengo doveroso evidenziare la dedizione dimostrata anche durante il ricovero, che pur nella malattia è risultato sereno”. E ancora, riferendosi alla madre: “Grazie a tutti per averci permesso di averla ancora con noi”.

A chiamare d’urgenza il Suem 118 fu Benito, il marito di Silvana. Sua moglie, residente a Villanova di Camposampiero, stava male, fatica a respirare ed era pallida. Poche informazioni, sufficienti alla centrale per identificare la gravità del problema e dirottare la chiamata al pronto soccorso dell’ospedale di Camposampiero, dove fu subito attivata un’ambulanza medicalizzata in codice rosso. A bordo c’erano il medico Carmelo Sciacovelli e l’infermiere Samuele Businello, oltre all’autista Federico Talato. Al loro arrivo, la donna, riversa sul letto di casa, disse di non riuscire a respirare, era agitata e sudata. Dall’anamnesi emerse un forte dolore alla gamba accusato nei giorni precedenti, primo indizio della diagnosi di embolia polmonare.

“Stavo già cominciando a rilevare i parametri vitali – ricorda Businello –, quando Silvana accusò un improvviso arresto cardiaco”. Autista e medico cominciarono subito le manovre rianimatorie e di ventilazione, mentre l’infermiere tentava un accesso venoso per somministrare adrenalina. Vista la scarsità del patrimonio venoso della paziente, i tre decisero di somministrare il farmaco attraverso un accesso intraosseo: una tecnica militare alla quale si ricorre in situazioni estreme. Nel frattempo l’anziana fu anche intubata e, dopo pochi minuti di rianimazione, il suo battito cardiaco riprese.

Non restava che trasportare Silvana al pronto soccorso – racconta Sciacovelli – per la visita dello specialista che confermasse il sospetto diagnostico, ma il suo cuore si fermò una seconda volta”. I tre soccorritori ripresero allora le manovre rianimatorie e la somministrazione intraossea dei farmaci. Quando il cuore di Silvana riprese di nuovo a battere, l’ambulanza partì a sirene spiegate, salvo fermarsi altre due volte lungo il tragitto per gestire altrettanti arresti cardiaci, risolti con le manovre di rianimazione.

Giunta finalmente in ospedale, Silvana trovò già pronta l’equipe infermieristica di Area Rossa, coordinata dai cardiologi Virginia Scarabeo e Attilio De Marco, che confermarono l’embolia polmonare con un’elettrocardiografia e procedettero al ricovero della donna, subito trattata con trombolisi.

Dopo poco tempo, il risveglio. Era “provata ma cosciente, senza alcun tipo di conseguenza neurologica”, dice Giuseppe Marinaro, direttore del pronto soccorso. E aggiunge: È stato emozionante vedere la paziente risvegliarsi dopo quasi un’ora di stato di incoscienza dovuta ai quattro arresti cardiaci. Questo intervento ci fa capire la rilevanza delle linee guida internazionali, che prescrivono una rianimazione immediata ed efficace, oltre alla ricerca e alla risoluzione delle cause dell’arresto cardiaco”.

Il ricovero nell’unità di Terapia intensiva coronarica della Cardiologia di Camposampiero si è concluso da qualche giorno e Silvana è tornata a casa. Anche Domenico Scibetta, direttore generale della Ulss 6, esprime soddisfazione per l’esito della vicenda: È una conferma della grande professionalità dei nostri operatori sanitari, sempre pronti ad affrontare e risolvere qualsiasi tipo di emergenza”.

 

Giuseppe Papagni

 

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