Negli ultimi anni la tematica del posto fisso è stata oggetto di riflessione, discussione e immancabile spunto di riflessione per girare film, scrivere libri e pubblicare in prima pagina notizie sui concorsi e sulla partecipazione di migliaia di candidati per i pochi e ambiti posti a tempo indeterminato.
Nel nostro ambito sanitario questo argomento ha ispirato un brillante operatore socio-sanitario nella stesura di un libro da lui ideato: ”Anch’io volevo il posto fisso”.
Lorenzo Romeo, da dove nasce l’idea per questo libro?
L’idea nasce dalla proposta e dall’incoraggiamento di colleghi, amici e familiari nel mettere su carta le esperienze vissute nell’ambito lavorativo con un tocco ironico ed esilarante.
Presentiamo ai lettori questo libro. Di cosa tratta?
Il libro è essenzialmente di natura autobiografica e narra la scalata al posto fisso. E’ ambientato negli anni’80, tempi nei quali le possibilità di ambire ad un posto fisso erano decisamente maggiori. Ed è da quegl’anni che incomincio a partecipare ai concorsi e a mettermi in gioco. Dopo tanti e ripetuti tentativi finalmente la chiamata tanto attesa: un posto come portantino all’Università di Roma. Non vorrei svelare altro ma lasciare la curiosità ai lettori. Posso solo dire che in quelle pagine ci sono gli aneddoti e le storie più divertenti, i sacrifici e i disagi affrontati nei viaggi quotidiani da Napoli verso Roma alle prime luci dell’alba, gli aspetti più reali e che rispecchiano ciò che hanno affrontato e affrontano tanti lavoratori.
Si può dire che questo libro offra anche degli spunti di riflessione?
Certamente. Quello che ho voluto esprimere è proprio questo: quando una persona vuole raggiungere un obiettivo non ci sono ostacoli. Occorrono determinazione, costanza e grinta per superare le difficoltà giornaliere e sono proprio questi gli ingredienti che aiutano a non mollare.”
Cosa consigli ai tanti giovani di oggi che sono alla ricerca del posto fisso?
Il mio consiglio che ho reso un pò il mio motto è quello di crederci, di mettercela tutta per arrivare alla mèta. Partire dal presupposto che si fallirà è già una sconfitta.
Spesso sui social e sul web così come nella realtà lavorativa si leggono e si vivono scontri e incomprensioni tra gli infermieri e gli operatori socio-sanitari. Una tua riflessione in merito.
Purtroppo questi episodi sono all’ordine del giorno in molte realtà ospedaliere e virtuali e la mia esperienza pluritrentennale mi ha dato proprio prova di questo. Credo che la soluzione sia unica: fare squadra. La collaborazione è essenziale, così come essere davvero un team, ognuno con il proprio specifico ruolo, in maniera coordinata, con fiducia e rispetto per l’altro.
Se tornassi indietro sceglieresti di nuovo il tuo lavoro?
Assolutamente si. Un tempo la parola ”ospedale” mi faceva paura. Oggi non più perchè fare la propria parte per gli assistiti è davvero gratificante e collaborare con i colleghi con i quali c’è grande stima e amicizia è davvero un piacere.
Vuoi aggiungere qualche ultima piccola particolarità sul libro?
Chi vorrà leggerlo dovrà farlo con assoluta spensieratezza perchè è proprio questo lo scopo. La lettura è scorrevole, divertente e coincidente con la realtà. Insomma, bisogna leggerlo!
Lorenzo Romeo, grazie per aver condiviso con noi il tuo libro.
Grazie a voi e un saluto ai lettori di Nurse Times!
Anna Arnone
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