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Anche la Federazione degli Infermieri contro lo spot della Rai

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Ministro Giulia Grillo : i usi la Rai per promuovere il Sistema Sanitario pubblico e la dignità dei professionisti
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Mangiacavalli (FNOPI): “Spot TV contro il Ssn: più trasparenza verso i cittadini. Intervenga il Governo, questi comportamenti ‘nuocciono gravemente alla salute’”

Dopo la forte presa di posizione del presidente della FNOMCEO, Anelli, anche la presidente della FNOPI, Mangiacavalli, scrive al Ministro Grillo contro lo spot della Bonaccorti. Lo spot pubblicitario apparso sulle reti nazionali in cui Enrica Bonaccorti invita i telespettatori a segnalare eventuali danni subiti nelle strutture sanitarie ad una società che fa cause di risarcimento per danni medici. Spot successivamente sospeso in via cautelativa ieri 28 dicembre dai vertici Rai che la “sottoporrà all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (Iap) per una sua opportuna valutazione…” 

“L’istigazione ai cittadini a trovare un vulnus giuridicamente perseguibile per istruire pratiche e processi contro la sanità pubblica, ma che dopo la legge 24/2017 sulla responsabilità sanitaria hanno con maggiori probabilità esiti poco favorevoli per il denunciante se non supportate da un’adeguata e provata motivazione, non è di oggi: analogo spot e per di più della stessa organizzazione era stato proposto nel 2014 e in modo altrettanto plebiscitario criticato e bloccato”.

Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI, il maggior Ordine italiano con i suoi oltre 440mila iscritti, prende una dura posizione nei confronti dello spot TV che spinge i cittadini alle denunce contro i professionisti del Ssn e chiede misure perché simili situazioni non debbano più ripetersi.

“Non si capisce – continua – la ragione di questa ‘dimenticanza’ che aiuta solo a generare un contenzioso non utile al rapporto tra Servizio sanitario e assistiti e per di più non necessariamente con un risultato positivo per questi, né dal punto di vista dei diritti, né economico e tantomeno di salute.

La nuova legge infattiqualcuno dovrebbe spiegarlo a pazienti magari spinti dall’emotività in situazioni non favorevoli – stabilisce ad esempio che per una serie di accuse sia proprio il paziente, al contrario di prima, a dover trovare ed esibire le prove.  Oppure anche che se il professionista si è mantenuto conforme a linee guida e/o buone pratiche, il reato non sussiste”.

“O ancora – aggiunge la presidente Fnopi –  sempre per fare alcuni esempi, assume maggior peso e maggior valore da un lato il tentativo di conciliazione, dall’altro il parere dei consulenti tecnici che non sono davvero spinti nella loro analisi e nei loro giudizi dall’emotività”.

“Ci sono quindi innumerevoli situazioni che possono crearsi, diverse da quelle precedenti la legge. E ci sono – afferma – innumerevoli ragioni per cui i cittadini dovrebbero essere tutelati non tanto dai danni sanitari per i quali la legge è già molto chiara, ma dai tentativi di far credere loro che ogni presunta irregolarità possa portare a un risarcimento certo e non, come invece spesso accade (si vedano le numerose sentenze e ordinanze prodotte in questi ultimi anni), a un rimborso di spese evitabili semplicemente con un po’ più di trasparenza e buon senso”.

“Un déjà-vu quindi di situazioni già create in precedenza che si sarebbero potute evitare – loro e il danno grave che portano e hanno comunque portato al Ssn – solo con un po’ di memoria in più.

Ora – conclude Mangiacavalli – come chiunque abbia buonsenso ha affermato e come anche gli infermieri ribadiscono, il Governo eviti il ripetersi di queste operazioni di marketing che, per dirla con una formula ormai nota perché utilizzata contro il fumo e per prevenire le ludopatie proprio per volontà del Governo, nuocciono gravemente alla salute”.

La Bonaccorti intanto all’Ansa ha spiegato di essere “sorpresa e dispiaciuta” e di aver “girato in totale buona fede”.

Ed aggiunge “Mai avrei pensato di offendere un settore che per me è sempre stato molto importante (…) Sono pronta a farne un altro per dare spazio anche alle denunce dei lavoratori della sanità”.

Redazione NurseTimes

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