Si chiama SCUBE 3 ed è stata individuata dai ricercatori dell’Università della California di Irvine.
L’Alopecia androgenetica interessa il 50% degli uomini e il 20% delle donne a un certo stadio della loro vita. L’uomo tipicamente presenta una recessione dell’attaccatura alle tempie e perdita di capelli al vertice, mentre la donna normalmente ha un diradamento diffuso su tutta la parte alta dello scalpo.
Fattori sia genetici che ambientali giocano un ruolo, tuttavia il complesso delle cause resta ignoto. La perdita di capelli androgenetica nell’uomo inizia sopra le tempie e al centro del cranio, anche detto calvaria. Man mano che progredisce, una striscia di capelli ai lati e posteriormente alla testa viene mantenuta. Questa condizione viene riferita come “corona ippocratica”, e di rado progredisce verso una calvizie completa. L’alopecia androgenica nella donna viene colloquialmente riferita come ‘calvizie femminile’, benché le sue caratteristiche possano verificarsi anche negli uomini. Causa di solito un diradamento diffuso senza recessione dell’attaccatura, e come la controparte maschile raramente porta a una perdita di capelli completa (alopecia totalis). Sono state sviluppate delle scale per misurare il grado di alopecia nei soggetti affetti: la scala di Hamilton–Norwood, per misurare il grado di calvizie nell’uomo e la scala di Ludwig per misurare il grado di calvizie nella donna.
Secondo quanto riferito dall’Università della California di Irvine, un gruppo internazionale di ricercatori ha scoperto una molecola, chiamata SCUBE3, che potrebbe rappresentare un valido alleato nella lotta all’alopecia androgenetica. Lo studio, pubblicato sulla rivista Developmental Cell, ha permesso di identificare il suo esatto meccanismo di azione quando le cellule della papilla dermica generano segnali nella parte inferiore dei follicoli piliferi per incoraggiare la crescita di nuovi capelli.
”Abbiamo scoperto che la molecola di segnalazione SCUBE3, prodotta naturalmente dalle cellule della papilla dermica, è il messaggero utilizzato per ‘comunicare’ alle cellule staminali ciliate vicine di iniziare a dividersi, promuovendo l‘inizio di una nuova crescita dei capelli”, ha commentato Maksim Plikus, professore dell’UCI.
Sapendo che la produzione di molecole SCUBE3 è essenziale per la crescita dei peli nei topi e nell’uomo, i ricercatori hanno progettato un modello di roditore che aveva cellule della papilla dermica iperattive e che, di conseguenza, avevano sviluppato peli in eccesso. “Lo studio di questo modello ci ha consentito di identificare SCUBE3 la molecola di segnalazione, precedentemente sconosciuta, è in grado di guidare la crescita eccessiva dei capelli“, ha affermato lo scienziato Yingzi Liu.
La scoperta di SCUBE3 è stata validata in esperimenti con follicoli umani. In ulteriori test gli scienziati hanno iniettato SCUBE 3 nella pelle di un topo, in cui erano stati trapiantati follicoli di cuoio capelluto umano. Ciò ha causato una potente stimolazione della crescita dei capelli sia nei follicoli umani che erano inattivi sia nei follicoli di topo che li circondavano.
“Questi esperimenti forniscono dati che dimostrano il principio che SCUBE3, o molecole derivate, può essere una terapia promettente per la caduta dei capelli“, ha affermato il ricercatore Christian Guerrero-Juarez. E Plikus ha concluso: “C’è un grande bisogno di farmaci nuovi ed efficaci per la caduta dei capelli, e i composti naturali che sono normalmente utilizzati dalle cellule della papilla dermica si presentano come candidati ideali per il trattamento di prossima generazione“.
Redazione Nurse Times
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