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Maria, infermiera in allattamento “La vaccinazione non è per tutti un diritto”

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L’allattamento al seno protegge dall’endometriosi
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Riceviamo e pubblichiamo la nota di una infermiera a cui viene negata la possibilità di ricevere il vaccino perchè in allattamento

Buongiorno sono un’infermiera in maternità.

Ho partorito la mia piccola il giorno 20 marzo ed esattamente un mese dopo (tempo necessario da attendere dopo il parto) mi sono recata presso il centro vaccinale dell’ospedale di Acireale a Catania.

Con l’aiuto di mio padre che ha atteso per due ore la fila per me all’esterno dell’ospedale mentre io in auto allattavo la mia bimba, arrivato il mio turno faccio un’ulteriore fila all’interno dell’ospedale, eseguo l’accettazione con l’infermiera che quando ha appreso che allattavo mi informa che non avrei potuto fare il vaccino.

Io insisto per fare il colloquio con la dottoressa.

Quest’ultima mi chiede da quanto allattavo e alla mia risposta mi dice “allora se ne torni a casa e non faccia il vaccino, la bambina è troppo piccola e nel vaccino ci sono sostanze tossiche che non sappiamo cosa possano causare nel bambino”.

Io le manifesto comunque la mia volontà di sottopormi alla vaccinazione perché qualche giorno prima era stato pubblicato uno studio che parlava dei benefici del vaccino nei neonati grazie alla trasmissione di anticorpi anche se in minima quantità (il motivo principale per il quale mi ero recata lì era proprio quello di fare tutto il possibile per proteggere mia figlia dal virus).

Ma mi viene nuovamente ripetuto che non mi avrebbe dato il consenso per la somministrazione del vaccino e che se anche avessi fatto il colloquio con un altro medico nessuno dei suoi colleghi era autorizzato dall’azienda ospedaliera a dare il consenso e che il loro informatore Ptfizer non era d’accordo alla somministrazione del vaccino sia a donne in gravidanza che a donne in allattamento.

Quando esco dal centro vaccinale mi sento quasi in colpa per aver potuto esporre mia figlia ad un potenziale pericolo.

Mi confronto telefonicamente con il mio pediatra per avere ulteriore certezza che quello che mi aveva detto il medico vaccinatore in merito alle sostanze tossiche non fosse veritiero o comunque non ancora accertato scientificamente.

Forte dell’incoraggiamento del mio pediatra, mi ripresento nuovamente per la somministrazione, ma vengo gentilmente buttata fuori dalla stessa dottoressa che mi dice anche che a Catania non avrei trovato nessuno disposto a somministrarmi il vaccino.

Effettivamente confrontandomi con alcune mamme ho scoperto che in alcuni centri vaccinali per ottenere la vaccinazione si deve firmare un consenso dichiarando il falso e cioè che non si allatta perché in caso contrario non è possibile sottoporsi alla vaccinazione.

Da mamma quindi mi chiedo, perché per poter essere vaccinata devo dichiarare il falso?

Perché non ci si attiene alle linee guida del CTS?

Per rispondere alle domande poste dall’infermiera abbiamo ripreso alcune linee guida dal sito del ministero della salute che vi proponiamo:

Si forniscono di seguito informazioni da agenzie internazionali e/o da società scientifiche per approfondire l’argomento:

Redazione Nurse Times

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