Fonte: www.iltempo.it
Il passo tra realtà e fantascienza è davvero breve. Stare in piedi di nuovo. Camminare ancora. E tornare a guardare il mondo negli occhi. Non è più solo un sogno per quei pazienti che a causa di traumi o patologie neurodegenerative condividono i giorni con una sedia a rotelle. Tutto questo sarà possibile presso l’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma grazie all’esoscheletro bionico EKSO, modernissimo gioiello della tecnologia nel campo della riabilitazione degli arti inferiori. L’Istituto capitolino sarà il primo centro laziale ad utilizzare il device progettato e studiato negli Stati Uniti per il training riabilitativo del cammino di pazienti affetti da patologie neurologiche come lesioni midollari, ictus, sclerosi multipla, lesioni cerebrali traumatiche e sindrome di GuillainBarrè.
Tecnologia del futuro. L’équipe specialistica afferente all’unità operativa di neuroriabilitazione del San Raffaele, diretta dal Prof. Marco Franceschini, sta perfezionando in questi giorni il training formativo con esperti internazionali al fine di poter trattare i primi pazienti già dagli inizi di aprile. Il sistema oltre ai vantaggi fisioterapici consente ai pazienti che lo utilizzano notevoli progressi sia da un punto di vista psicologico che della qualità di vita. Come spiega Patrizio Sale, responsabile dell’area di Ricerca Robotica dell’Istituto di via della Pisana, “gli esoscheletri vengono sviluppati per consentire a persone con difficoltà di movimento di alzarsi, stare in piedi e camminare, contribuendo così anche a migliorare la loro forza e resistenza. Pur non sostituendo completamente la sedia a rotelle, le gambe bioniche consentono ad esempio ai loro utilizzatori di lavorare nuovamente anche in posizione eretta”. Una posizione eretta per sfidare il destino e per poter vedere oltre quella siepe che troppo spesso “da tanta parte il guardo esclude”.
Cosa è e come funziona. L’esoscheletro “Ekso” è un robot nato per esigenze belliche e adattato, con modifiche ingegneristiche, a funzioni di riabilitazione motoria per le persone con questo tipo di problemi. Il robot si indossa e permette una maggiore libertà di movimento. Tra le funzioni, Ekso aiuta a provocare movimenti passivi e/o orientare movimenti volontari dei pazienti, i cui arti sono fisicamente fissati al dispositivo; registrare informazioni relative alla prestazione motoria (traiettoria percorsa, forza di interazione) durante movimenti attivi; permettere al paziente di spostarsi all’interno dell’ambiente, con un impatto psicologico che si traduce in una maggiore motivazione alla terapia. Questo genere di robot – nato nel 2005 per aiutare i soldati statunitensi a trasportare carichi superiori alle loro forze – permette a chi lo indossa, indipendentemente dal grado di difficoltà motoria, di stare in piedi e muoversi correttamente con tutto il proprio peso corporeo.
Gambe2.0. “L’esoscheletro robotico indossabile, realizzato in acciaio e carbonio”, spiega Claudio Ceresi, Responsabile Riabilitazione Italia dell’EMAC di Genova, azienda leader nel settore dei dispositivi biomedici, “si indossa come fosse una tuta e viene azionato da quattro motori elettromeccanici alimentati da due batterie che garantiscono un’autonomia di circa quattro ore. Sedici sensori collegati al corpo del paziente permettono al robot di trasformare le sue intenzioni in movimenti delle gambe”.
https://youtu.be/D5bgZ1mO97M
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