L’autopsia ha stabilito alcuni punti fermi in merito al decesso dell’81enne Carmela Randisi, risalente al maggio dell’anno scorso.
“Le gravi lesioni post-traumatiche riportate dalla paziente a seguito della caduta dalla barella provocarono un significativo peggioramento del suo già compromesso quadro clinico generale. E’ possibile, quindi, ammettere un nesso di causalità materiale tra I’evento traumatico e la morte”. Queste le conclusioni dei medici Maria Francesca Berlich ed Eugenio Vinci, consulenti del pubblico ministero Alessandra Russo (in seguito trasferita alla Procura di Catania) incaricati di fare luce sulle cause del decesso di Carmela Randisi, 81enne di Porto Empedocle caduta da una barella dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento (foto).
La donna morì il 30 maggio dell’anno scorso alla clinica Sant’Anna, due giorni dopo essere stata trasferita. Il 14 maggio era arrivata in ambulanza al San Giovanni di Dio per problemi cardiaci. Mentre era in attesa di visita al Pronto soccorso, cadde dalla barella, fratturandosi spalla e femore. Il 28 maggio, dopo un intervento chirurgico, fu deciso il trasferimento alla clinica Sant’Anna per curare meglio i postumi della frattura, ma 48 ore più tardi sopraggiunse il decesso. I consulenti, adesso, scagionano i sanitari della clinica.
Ben 43, tra medici e infermieri del San Giovanni di Dio e della clinica Sant’Anna, furono iscritti dalla Procura della Repubblica nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo in ambito sanitario. L’autopsia disposta dopo l’apertura di un’inchiesta, seguita a una querela presentata dai famigliari della donna, ha stabilito alcuni punti fermi, scagionando i sanitari della clinica Sant’Anna.
Redazione Nurse Times
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