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Aggressioni operatori sanitari: partito il progetto “Araba Fenice”

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Aggressioni operatori sanitari: partito il progetto "Araba Fenice"
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Martedì 12 Aprile si è conclusa la seconda delle due giornate conoscitive sulla problematica dell’aggressioni agli operatori sanitari, organizzato dal centro di formazione e aggiornamento dell’ASL2 Savonese sede di Pietra Ligure (SV)

Corso Araba Fenice

A questi due appuntamenti hanno partecipato gli studenti del terzo anno del corso di laurea in Infermieristica dell’Università degli Studi di Genova.

Gli studenti sono stati introdotti alla discussione e alla comprensione di questo fenomeno dagli istruttori dell’associazione sportiva Krav Maga Parabellum di Loano (SV), ideatrice e promotrice di un progetto registrato alla SIAE di Roma e alla camera di commercio di Savona che porta il nome di “Araba Fenice”.

La K.M.P. da circa tre anni organizza in collaborazione al Comitato Provinciale CSEN questo corso all’interno dell’ ASL2 Savonese, rilasciando crediti formativi agli operatori sanitari che vi partecipano.

Dal Febbraio di quest’anno anche il Collegio IPASVI di Savona ha organizzato una prima edizione di questo percorso per i suoi iscritti, programmando una seconda edizione a Giugno.

Il prossimo 20 Aprile  prenderà il via una prima edizione al Collegio IPASVI di La Spezia, per poi essere organizzato anche ai Collegi di Genova e Imperia, prendendo valenza regionale.

La fenice è un uccello mitologico noto per la caratteristica di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte.

Una persona che ha subito un’aggressione, spesso riporta postumi fisici e manifesta uno shock emotivo, che porta a chiudersi in sé stessi o peggio a stati di ansia.

Il percorso dopo un’aggressione è paragonato alla rinascita, a una rinnovata fiducia in se stessi, combattendo paure legate al proprio lavoro nello stesso ambito dove è avvenuta la violenza.

Le aggressioni in campo sanitario comportano un impiego di energie fisiche, mentali ed economiche, dovute ai giorni di malattia degli operatori e dalla temporanea sostituzione dell’organico mancante, oltre al coinvolgimento di altre figure sanitarie designate alla cura, come la psicologa ecc.

L’autodifesa è la capacità di superare o aggirare un possibile assalto fisico o psicologico, mettendo in azione quei meccanismi che permettono di allontanare dall’aggredito la percussione o la pressione emotiva.

Per autodifesa attiva si intende l’interruzione di azione subita con un intervento definitivo e mirato; passiva quando si adottano comportamenti che diminuiscono la possibilità di incorrere in un’aggressione.

Nello specifico  autodifesa per operatori sanitari si intende avere la possibilità di dilatare i tempi della catena di violenza per avere supporto di un altro operatore o per l’intervento delle forze dell’ordine.

Gli obiettivi di queste giornate conoscitive erano di prevenire gli atti di violenza contro gli operatori attraverso la conoscenza di tecniche atte ad allontanare da sé potenziali azioni aggressive, come la comunicazione verbale e non verbale e prendere consapevolezza di se stessi e di chi abbiamo di fronte.

Sono state anche introdotte tecniche basi di autodifesa attraverso semplici divincoli da una presa; da una costrizione o immobilizzazione, senza l’utilizzare mai azioni percussorie sull’aggressore.

Inoltre si è dato molto risalto all’importanza di utilizzare una scheda condivisa nelle varie strutture ospedaliere e territoriali al fine di classificare gli episodi aggressivi, organizzando una raccolta dati più capillare utile alla programmazione di corsi e incontri specifici.

Al termine della seconda giornata formativa agli studenti è stato consegnato un attestato di partecipazione con valenza nazionale rilasciato dal Centro Sportivo Educativo Nazionale.

Per info www.facebook.com/progettoarabafenice

Giuseppe Papagni

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