Una stravagante nota della Direzione sanitaria del P.O. “San Martino” di Oristano sta creando un dibattito serrato nella comunità sanitaria italiana
Il responsabile della direzione sanitaria del P.O. “San Martino” di Oristano , dott.ssa Annalisa Muscas, in una nota prot. n. NP/2017/39420 del 4/05/2017 avente come oggetto “Gestione delle salme in reparto” indica i “compiti” che infermieri e medici dovrebbero eseguire per la composizione della salma.
Nella nota si legge:
“A seguito di diversi episodi che si sono verificati nell’ultimo periodo, relativi alla gestione delle salme di pazienti deceduti in ospedale, si rende necessario ribadire che è compito del personale infermieristico e medico del reparto occuparsi della composizione della salma prima che la stessa venga affidata al necroforo di turno. In particolare, tale compito deve essere svolto con la massima cura con delicatezza e rispetto tanto verso il defunto quanto verso la sua famiglia.
Nello specifico:
- comporre la salma nel letto/barella con il massimo rispetto e decoro senza utilizzare mezzi di contenzione;
- rinnovare le medicazioni in presenza di ferite secernenti;
- sostituire la biancheria sporca con biancheria pulita;
- coprire la salma, lasciando scoperto il viso, con un lenzuolo pulito;
- chiudere le palpebre;
- utilizzare il pannolone per contenere eventuali perdite di feci e urine;
- eliminare eventuali aghi, agocannule, deflussori, cateteri urinari solo dopo la constatazione di decesso da parte del medico di reparto;
- NON rimuovere eventuali pace Maker, CVC, elettrostimolatori cardiaci etc;
- accertarsi che la salma sia composta in modo tale da non ostacolare eventuali manifestazioni di vita”.
Secondo quanto affermato dalla nota della direzione sanitaria, infermieri e medici dovrebbero “chiudere le palpebre” della salma ed addirittura “utilizzare il pannolone per contenere eventuali perdite di feci e urine”.
Ovviamente nessun medico si sognerebbe di eseguire alla lettera questa disposizione. Si deduce così che detta disposizione ricadrebbe interamente sulla figura professionale infermieristica.
A chi spetterebbe quindi la preparazione della salma? Al medico o all’Infermiere come indicato nella disposizione?
La direzione sanitaria di Oristano omette di indicare nella disposizione la figura dell’operatore socio sanitario.
Difatti, l’allegato “A” dell’Accordo Conferenza Stato Regioni 22 febbraio 2001 introduce la figura ausiliaria dell’Operatore Socio Sanitario attribuendogli mansioni igienico-domestico-alberghiere e quindi di assistenza diretta alla persona. Nel mansionario succitato è specificamente assegnato all’OSS: “la composizione della salma e il suo trasferimento”.
L’unico riferimento del Codice deontologico degli infermieri lo troviamo nell’art. 39 che recita “L’infermiere sostiene i familiari e le persone di riferimento dell’assistito, in particolare nella evoluzione terminale della malattia e nel momento della perdita e della elaborazione del lutto”.
All’infermiere spetta rimuovere eventuali flebo e cateteri, riordinare eventuali medicazioni ed apporre al polso il cartellino di riconoscimento.
Il D.M. n. 739/94 assegna all’infermiere l’utilizzo del personale subalterno per ogni attività manuale che non richiede specifiche competenze abilitative.
Non dovrebbe essere necessario ricordare come la professione infermieristica sia ormai annoverata tra le professioni intellettuali e che leggere una disposizione simile, oltre ad essere considerata altamente denigratorio, sia decisamente fuori dal tempo.
Per cui invitiamo la direzione sanitaria del P.O. di Oristano a rimodulare la disposizione, evitando di scaricare esclusivamente sull’infermiere ogni carenza, lacuna o disorganizzazione aziendale.
Redazione NurseTimes
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