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A Caserta non si muore solo di Covid. La denuncia di Gennaro Mona (Opi Caserta)

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“È arrivato il momento di andare a modificare la gestione dell’assistenza domiciliare“, dice Gennaro Mona, presidente dell’Ordine Professionale degli Infermieri di Caserta. L’emergenza Covid, “ovviamente resta un’emergenza, ma non possiamo continuare a dare priorità soltanto ai vaccini e ai tamponi!È chiaro che ad oggi vaccinare quante più persone possibili è l’obiettivo di tutti, ma non dobbiamo tralasciare l’assistenza di base” mette in chiaro Mona.

Ricevo segnalazioni continue di scarsa assistenza sul territorio, soprattutto in questo periodo dove le persone vengono monitorate al domicilio poiché tenute a rispettare le misure di isolamento, ma poi riscontrano mille difficoltà in quanto non sanno a chi rivolgersi per la somministrazione di farmaci e come effettuare la terapia prescritta: tutto ciò perché manca personale addetto esclusivamente alle terapie quotidiane per pazienti Covid con cure a domicilio” denuncia il presidente Opi su casertafocus.net.

“Questo non è affatto giusto, – aggiunge Gennaro Mona, – perché viene meno l’obiettivo prioritario del Ssn, ovvero quello di garantire i livelli essenziali di assistenza”.

Secondo Mona “vanno riviste le procedure degli spoke territoriali coinvolgendo appunto prima di tutto l’infermiere di famiglia“, in quanto, come da direttive ministeriali “l’assistenza domiciliare deve diventare un servizio perenne, non solo durate la pandemia, e deve essere una garanzia per la gestione stomie, gli accessi vascolari a permanenza, e tutto quanto va anche al di là del Covid”. Per raggiungere tali obiettivi, e consentire agli ammalati, (non solo di Covid), di essere tutelati, rispettati e gestiti nella loro sofferenza, “c’è bisogno di risorse umane”.

“Mi auguro almeno che venga rispettata la proroga dei 36 mesi come previsto dal DEF della Regione Campania per poi procedere alla stabilizzazione e/o la firma di un contratto indeterminato per il personale già vincitore di concorso pubblico in altre aziende come previsto dalla Legge Madia, nell’interesse della professione, ma soprattutto nell’interesse dei malati” conclude.

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